Vaticano vende il palazzo di Londra al centro dell’inchiesta: rischia di perdere 100 milioni

Il Vaticano ha deciso di vendere il palazzo di Londra al centro dell’inchiesta e rischia così di perdere 100 milioni.

Il Vaticano potrebbe cristallizzare una perdita di circa 100 milioni di sterline (116 milioni di euro) nell’investimento del palazzo di Londra al 60 di Sloane Avenue. È il palazzo al centro dell’inchiesta per il quale è in corso il processo aperto a carico del cardinale Angelo Giovanni Becciu e dei monsignori e funzionari della Segreteria di Stato nonché dei finanzieri esterni al Vaticano Raffaele Mincione, Gianluigi Torzi ed Enrico Crasso.

Vaticano, in vendita il palazzo di Sloane Avenue per 200 milioni di sterline

Il palazzo è sito nel quartiere londinese di Knightsbridge e sta per essere venduto per «circa 200 milioni di sterline al gruppo di private equity Bain Capital», così racconta il Corriere della Sera, citando persone a conoscenza del dossier. Sia Bain Capital sia Savills, che gestisce la vendita, non hanno commentato l’indiscrezione. Era stato il Papa a ordinare la vendita del palazzo, mesi fa, per porre fine a un investimento che ha tolto enormi risorse della Segreteria di Stato e creato un danno reputazionale alla Santa Sede.

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Il palazzo di Londra del Vaticano è uno dei maggiori scandali finanziari che abbiano coinvolto il Vaticano negli ultimi cinquant’anni. È un affare cominciato nel 2014, con l’acquisto di metà del controllo del palazzo, a fine 2018 il Vaticano ha rilevato l’intera proprietà dell’immobile, con un investimento che supera i 300 milioni di sterline, compreso il debito di oltre 120 milioni di sterline.

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A vendere l’immobile di Sloane Avenute, ex sede di Harrods, era stato il finanziere Raffaele Mincione, il quale aveva convinto il Vaticano a investire 100 milioni di dollari per acquistare circa metà del palazzo, che lui stesso possedeva. Nel 2018 il Vaticano aveva rilevato da Mincione l’intero palazzo con un conguaglio a favore del finanziere di 44 milioni di euro. La vendita del palazzo, secondo gli inquirenti, sarebbe stata effettuata a una valutazione gonfiata dell’immobile. Mincione ha rivendicato la correttezza del suo operato citando in tribunale direttamente la Segreteria di Stato, in una causa civile senza precedenti. Sarebbero stati bruciati non meno di 300 milioni di euro su un patrimonio complessivo dell’Obolo di San Pietro di 650 milioni circa.

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