Mafia: maxi operazione della Dia, sequestrati beni per milioni di euro

Il lavoro della Direzione Investigativa Antimafia ha portato all’arresto di tre uomini affiliati al clan Santapaola-Ercolano

Una operazione della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) nelle provincie di Catania, Messina, Siracusa e Milano ha portato al sequestro di numerosi beni riconducibili al clan mafioso Santapaola-Ercolano. All’indagine hanno collaborato i pentiti Santo La Causa, Gaetano D’Aquino e Salvatore Viola, sono state sequestrate 14 società, sette immobili e svariati rapporti finanziari. Le proprietà erano a nome di tre persone, una delle quali noto esponente della famiglia mafiosa e detenuto in regime di carcere duro per la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Luigi Ilardo, avvenuto a Catania nel 1996.

Insieme a questo, risultano indagate altre due persone, padre e figlio imprenditori attivi nella zona di Messina. Sono a capo di uno dei gruppi imprenditoriali più importanti della Sicilia orientale, operanti principalmente nella gestione e smaltimento dei rifiuti. I due sono riusciti a creare una vera e propria galassia di imprese, diversificando le attività della famiglia con società attive nei servizi di pulizia degli ospedali, nel settore immobiliare e nella gestione di un notissimo stabilimento balneare, sito sul litorale catanese.

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La collaborazione illecita tra i tre uomini era confermata secondo gli investigatori dalla presenza dei due al battesimo della figlia del boss e in occasione di un matrimonio di un congiunto. E’ proprio questa vicinanza a esser ritenuta l’origine dell’escalation imprenditoriale di padre e figlio; per far luce su un arricchimento tanto rapido, gli inquirenti hanno passato sotto la lente di ingrandimento quarant’anni della loro evoluzione economica e imprenditoriale.

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Da semplice carpentiere il padre era riuscito a diventaare uno degli imprenditori più ricchi dell’intera Sicilia. Le complesse indagini patrimoniali, coordinate dalla Dda etnea hanno consentito di appurare che l’ascesa imprenditoriale della famiglia ha avuto una formidabile impennata intorno alla fine degli anni ’90 e che gli investimenti compiuti in quegli anni risultano caratterizzati da massicce immissioni di capitali non giustificate dalla capacità economico-finanziaria che a quel tempo gli imprenditori possedevano.

Davide La Cara

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