Sono stati riscontrati quattro casi positivi in consiglio comunale. Il focolaio è probabilmente nato in una festa privata.
«Chi è positivo dovrebbe dirlo pubblicamente, in modo che i suoi contatti possano farsi testare senza esporre al rischio di contagio altre persone. Tanto più se ricopre un ruolo istituzionale», queste le parole del sindaco Renzo Caramaschi sul focolaio di Coronavirus tra i consiglieri comunali.
Consiglieri comunali positivi, il focolaio è partito da una festa privata
Le parole del sindaco Caramaschi ricalcano quelle pronunciate, poche ore prima, dal governatore Arno Kompatscher: «Bene ha fatto Marco Galateo ad avvertire del suo contagio. Anch’io farei lo stesso. Per dovere morale, ma anche per senso di responsabilità e rispetto degli altri. Come, sempre per rispetto degli altri, bisognerebbe vaccinarsi ». Da due giorni il focolaio di infezione tra i consiglieri comunali di Bolzano infiamma il dibattito politico. I contagi sono almeno quattro, tutti fra i banchi dell’opposizione: uno di loro sarebbe stato ricoverato.
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L’unico a dichiarare pubblicamente la propria positività è stato il ministro di Fratelli d’Italia Marco Galateo. Ancora non è chiaro se i quattro si siano contagiati a vicenda: quello che la presidente del consiglio comunale, Monica Franchi, esclude, è che possa essere avvenuto in aula: «Assolutamente. Anche perché tre dei quattro, da mesi, seguono le sedute da casa, in via telematica. Modalità che continuerà a essere utilizzata, per chi lo vorrà: del ritorno in presenza si riparlerà il prossimo anno».
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Intanto, dall’Azienda sanitaria, «non sono arrivate indicazioni particolari. Io, per scrupolo, ho invitato tutti a fare un tampone di controllo», viene fatto sapere dalla presidente del consiglio comunale. Da Marco Caruso della Lega, a Roberto Zanin di Oltre, molti ministri hanno condiviso l’esito del tampone sulle loro pagine social.
Ed è proprio sui social che il dibattito va avanti: «Stanno girando su decine di chat le foto della festa privata da cui sarebbe partito il focolaio che ha coinvolto quattro consiglieri, un operatore sanitario e svariati altri invitati. Foto pubblicate su Facebook e poi, una volta compresa la gravità della situazione, rimosse. Ma la rete non perdona e qualcuno ha fatto girare le foto. Rimuoverle sembra suggellare un “patto del silenzio” tra gli invitati che può configurarsi come un reato», così scrive l’assessore del Pd Stefano Fattor.