La preoccupazione del ministro degli Esteri dell’Autorità palestinese: “Dal nuovo governo Bennett falsi segnali di apertura”
Ryad al Maliki, ministro degli Esteri dell’Autorità palestinese, chiede aiuto all’Italia nei complicati rapporti con Israele. ”Non so come definire le relazioni della nostra Autorità Palestinese con il nuovo governo israeliano: forse siamo in una fase esplorativa, ma la verità è che sono guidati da Naftali Bennett che è un campione degli insediamenti nei Territori palestinesi, è il capo di un governo con 8 partiti che vanno dalla sinistra all’estrema destra, in cui ogni ministro esprime soltanto la sua posizione personale, o quella del suo partito” ha detto al Maliki in una intervista rilasciata a Repubblica.
‘Siamo venuti a riscaldare il rapporto con un paese amico come l’Italia, per chiedervi di far pressioni per sbloccare il negoziato politico con Israele – ha detto il ministro -. Non c’è più Netanyahu, che aveva congelato tutto con noi, ma anche con il nuovo governo non c’è vero confronto su un tema centrale per noi: come mettere termine all’occupazione militare dei nostri Territori. Come raggiungere pacificamente un accordo per l’indipendenza vera”, spiega.
La preoccupazione del diplomatico è che il nuovo governo israeliano Bennett/Lapid abbia solo apparentemente aperto un dialogo con la Palestina. “Ci sono incontri con ministri, come quello della Difesa Benny Gantz, ma soltanto dopo che il premier Bennett si è fatto garantire che non si discute di questioni politiche. Ma allora di cosa vogliono discutere? Solo del Covid o dei permessi di lavoro?”.
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Sugli accordi di Abramo, Maliki parla di ”giudizio profondamente negativo” e spiega che ”le relazioni con Abu Dhabi sono congelate, manteniamo solo un incaricato d’affari, tutto è fermo. Siamo all’Expo perché si tiene a Dubai, non ad Abu Dhabi: i nostri rapporti con l’emiro di Dubai sono più positivi”. Sull’unità palestinese dice che ”dal 2007, quando Hamas prese il potere a Gaza con un golpe violento, l’Anp ha sempre provato a tornare a Gaza. Ci siamo impegnati in molti negoziati con Hamas. Almeno 3 volte l’accordo era fatto: ma ogni volta loro tornano a parlare con nazioni straniere che vogliono avere influenza su di noi, e gli accordi fra palestinesi saltano”.
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Annunciando ”un discorso generale, non parlo del presidente o di altri leader politici” Ryad al Maliki afferma che ‘‘un cambiamento certo è necessario e può essere favorito solo con elezioni. Israele deve permetterci di votare, anche a Gerusalemme Est. Israele oltre all’occupazione militare tiene in piedi una sorta di diritto di veto sulla democrazia in Palestina. Anche per questo chiediamo ad amici come l’Italia di abituarci a sciogliere questo blocco”.
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