La sbronza collettiva per la crypto di Squid Game è finita molto male

MeteoWeek continua il suo speciale Bitcoin e criptovalute e stavolta vi parliamo di sospensione dell’incredulità.

Da qualche settimana vi stiamo accompagnando nello strano mondo delle criptovalute. Valute virtuali che arrivano a valere tantissimo e ci raccontano anche tanto su quello che siamo. Stavolta vi parliamo della criptovaluta legata alla popolare serie Netflix, Squid Game. Squid Game non ha bisogno di presentazioni. E’ la serie del momento e gli esperti di media dicono che per Netflix ha generato valore pari a quasi un miliardo di dollari. Legata a questa serie è venuta fuori una criptovaluta. Ovviamente la gente ci ha investito in massa ed ovviamente la criptovaluta è cresciuta fino al cielo. Pensate che è arrivata a crescere del 230.000 %.

Numeri a casaccio

Ma siccome nel mondo delle criptovalute i numeri non valgono niente, nessuno si è stupito di una crescita del genere. Anche perché tante crypto crescono così. Ma fermiamoci un istante. Abbiamo detto che la criptovaluta era legata alla serie TV di Netflix perciò la gente ci ha investito. Ma è normale investire su una criptovaluta soltanto perché legata ad una serie di successo? E poi qualcuno si è preso la briga di verificare se fosse effettivamente collegata a Netflix? Le risposte alle domande precedenti sono no e no. Non ha alcun senso investire in una criptovaluta sol perché ti è piaciuta la serie TV. Così come non ha senso investire in qualcosa sol perché ti dice di essere collegata a qualcos’altro, ma senza che tu possa verificare.

Vediamo come continua questa bizzarra storia. Della criptovaluta ne parla tutto il mondo, il valore cresce finché i creatori chiudono baracca e burattini e scappano con l’ingente malloppo. Tutti gli acquirenti rimangono con un palmo di naso e la stampa non sa bene come commentare la notizia. Sì perché teoricamente il titolo dovrebbe essere del tenore di quello che abbiamo usato anche noi: “la popolare criptovaluta in realtà era una truffa!” Ma la verità è che in tutta questa storia niente ha senso. Non ha senso investire in qualcosa che non si sa che cos’è; che non esiste; che non si sa da dove viene; che non si sa a che serve; che non ha un valore intrinseco… l’elenco potrebbe continuare.

Ma scherzi o sei serio?

Ma il problema è che tante criptovalute grosso modo funzionano su questo meccanismo. Tante criptovalute sono nate per scherzo, sono nate come una burla, ma adesso valgono un sacco di soldi e chi ci ha investito giustamente si sente un genio della finanza. Quindi qual è il confine tra uno scherzo e qualcosa di serio nel mondo delle criptovalute? Montagne di esperti vi diranno che questa criptovaluta aveva delle criticità dal punto di vista tecnico, ma la verità è che sono tutte balle. Le criptovalute hanno valore soltanto finché ci si crede. Quando ci si smette di credere ecco che accade quello che accadde ad Adamo ed Eva quando mangiarono la mela: i loro occhi si aprirono e si accorsero di essere nudi.

Arriveranno quintali di esperti a dirvi che quello che è successo la valuta di Squid Game non può succedere alle altre criptovalute. Ma quello che non vi diranno è che non esiste un discrimine effettivo tra il serio ed il faceto, quando si parla di criptovalute, ma anche di non fungible coin.  Una cosa nasce come uno scherzo e poi vale miliardi di dollari. E allora, senza voler scomodare la filosofia greca, ci sapreste indicare di grazia qual è il momento esatto in cui lo scherzo è diventato qualcosa di finanziariamente serio?

E’ così virale!

Quello che ci sorprende di questa storia non è assolutamente il fatto che la criptovaluta di SG (che poi non era di SG) fosse una truffa. Cosa c’è di sorprendente in questo? Le truffe sono sempre esistite ed esisteranno sempre. Su questo non c’è assolutamente nulla di nuovo, anzi diciamo che quasi non ci sarebbe neppure la notizia. La vera notizia è che la gente ormai si è abituata ad investire soldi in cose completamente prive di senso. Anzi, quanto più sono prive di senso tanto più si ha la recondita speranza che diventeranno virali, che sembreranno simpatiche e di conseguenza che cresceranno di valore. Le criptovalute sono il regno di quella memecracy, nella quale quanto più qualcosa può passare di bocca in bocca e di messaggio in messaggio, tanto più può valere.

 

Ma voi lo sapete che per uno sciocco gioco virale in America stanno scarseggiando le scorte di tungsteno? Chi scrive si rifiuta di descrivere le dinamiche di quest’altra imbecillità, però non può esimersi dal sottolineare come per stare dietro a una catena di meme virale, oggi negli Stati Uniti in effetti le scorte di tungsteno piangano. Ed in piena crisi delle materie prime questo è quantomeno idiota. Quando andiamo al cinema o quando leggiamo un romanzo si innesca un meccanismo che si chiama sospensione dell’incredulità. Per goderci lo spettacolo noi crediamo a tutte le cose che ci vengono raccontate per quanto assurde esse siano. È un meccanismo assolutamente fondamentale senza il quale praticamente la narrazione non potrebbe esistere. Nel mondo delle criptovalute succede la stessa cosa.

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Si crede a tutto “e chi non ci credeva era un pirata”, come cantava Bennato. Poi quando le bolle scoppiano (o vengono fatte scoppiare), si diventa tutti di colpo seri e si usa la parola “truffa”.

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Ma no amici miei, così non vale: nel mondo meme è tutto leggero, tutto uno scherzo… non vorrete passare per pirati pure voi? 

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