Il ruolo più importante | Il Vangelo di oggi Mercoledì 3 Novembre 2021

Dio ci ha dato la vita, ha dato la vita per noi e che ci darà quella eterna. Non merita di avere il ruolo più importante per noi?

Il ruolo più importante
Il ruolo più importante | Il Vangelo di oggi Mercoledì 3 Novembre 2021 – meteoweek.com

Liturgia di oggi Mercoledì 3 Novembre 2021

  • MERCOLEDÌ DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)7

Non abbandonarmi, Signore, mio Dio,
da me non stare lontano;
vieni presto in mio aiuto,
o Signore, mia salvezza. (Sal 37,22-23)

Prima Lettura

Pienezza della Legge è la carità.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 13,8-10

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge.

Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale – Dal Sal 111 (112)

R. Felice l’uomo pietoso, che dona ai poveri.

Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.

Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia. R.

Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R.

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Il Vangelo di oggi Mercoledì 3 Novembre 2021

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore.

Il ruolo più importante | Il commento al Vangelo di oggi Mercoledì 3 Novembre 2021

Gesù ci chiede di amarlo più di quanto amiamo tutto il resto e più della nostra vita. Sembrerebbe una richiesta azzardata! In particolare, ci dice che chi non fa questo non può essere suo discepolo, cioè suo seguace.

Seguire Gesù, però, vuol dire raggiungere la vita eterna. Non è forse il traguardo più importante della vita stessa? Se ci dicessero che c’è un modo per essere felici per sempre, un modo che sembra contrario alle nostre “normali” e a volte egoistiche inclinazioni, una “via” che è contraria perfino al mondo dove viviamo, ma che ci consentirà di essere poi felici per tutta l’eternità: noi non cercheremmo forse di seguirla a tutti i costi? Questa è la fede.


Il commento al Vangelo di ieri:


La via per la vita eterna non è però costellata di agi. Anzi, “colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”. Seguire Gesù vuol dire saper rinunciare a tutto, a tutto il resto, dentro di noi, tranne che a Dio.

Non vuol dire necessariamente distaccarsi fisicamente o emotivamente da tutto e da tutti, ma vuol dire operare quel distacco necessario che consente di mettere prima di Dio nella scala dei valori. Dio, in fondo, chi è? Crediamo davvero in lui?

Bene, la bella notizia è che è Dio che ci ha donato tutto: affetti, beni, capacità personali comprese; è chi ci ha dato la vita, chi ha dato la vita per noi e che ci darà quella eterna. Non merita forse di essere al primo posto nel nostro cuore e di avere il ruolo più importante per noi?

Se non ci crediamo, e pensiamo che dietro la morte ci sia un baratro di nulla, non perdiamo certo niente a scommettere invece ci sia l’Essere, cioè Dio! Al massimo, lo avremo guadagnato per la vita eterna. E cos’è questa vita eterna? La felicità perenne che tutti desideriamo e che Gesù ci promette se lo seguiamo.

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