Pier Paolo Sileri ritiene che le scuole possano essere a rischio diffusione del Covid-19, per cui è necessario istituire una corsia preferenziale per la somministrazione della terza dose ai docenti. Il sottosegretario alla Salute e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sono concordi in merito a tale proposta. Non è necessario, tuttavia, affrettare le procedure. Gran parte degli insegnanti e dei collaboratori scolastici, infatti, hanno completato il ciclo vaccinale quest’estate (il 90% con AstraZeneca).
Le somministrazioni delle terze dosi del vaccino contro il Covid-19 sono state già avviate per anziani e altre categorie fragili, nonché per medici e infermieri, che sono stati tra i primi ad essere immunizzati. Il Governo, dunque, sta adesso valutando in che modo procedere con le priorità. Una prima ipotesi, su cui si trovano concordi il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ed il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri, è quella di istituire un canale prioritario per docenti e collaboratori scolastici. Le scuole, con l’arrivo della stagione invernale, infatti, potrebbero diventare un ambiente a rischio.
Sileri sulla terza dose ai docenti
“È stato fatto per i sanitari e come loro docenti e operatori delle scuole lavorano in ambienti a rischio, a contatto con i giovani che sotto i 12 anni non sono immunizzati in quanto non è ancora disponibile il vaccino per la loro età”. Così Pier Paolo Sileri, nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha commentato l’ipotesi di istituire una via preferenziale. Ciò, tuttavia, non significa che bisogna accelerare i tempi. “Le somministrazioni dovranno avvenire sempre rispettando però i sei mesi che devono intercorrere tra la seconda e la terza dose. Non c’è evidenza scientifica che sia necessario anticipare. Teniamo conto che gran parte del personale ha completato il ciclo in estate (il 90% con AstraZeneca) quindi c’è ancora un po’ di tempo. Una decisione non è stata presa, se ne sta discutendo”.
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Il Green Pass, ad ogni modo, ad oggi resta una misura fondamentale per contrastare la pandemia di Covid-19. “È prematuro parlare di un alleggerimento o addirittura dell’abolizione del certificato verde. Per almeno tre ragioni: i casi sono in aumento. L’indice di trasmissibilità basato sui casi sintomatici è in aumento e quello basato sui ricoveri ospedalieri ha superato la soglia epidemica; gli over 50 completamente scoperti, senza neppure una dose sono 2 milioni 731 mila circa e non sono ottimista sul fatto di poterli recuperare, nonostante le campagne di sensibilizzazione. L’unica risorsa sono i medici di famiglia e la persuasione porta a porta”, ha sottolineato l’esperto. È per queste ragioni che coloro a cui è scaduto dovranno effettuare il richiamo. “È in corso la somministrazione delle terze dosi, appena cominciata. I richiami cosiddetti booster, a operatori sanitari e over 60 per intenderci, sono 1 milione e 305 mila circa. Quelle addizionali, a immunodepressi e fragili, 262 mila”.
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In alcune città d’Italia si è d’altronde già registrato un aumento della curva dei contagi. In particolare, la situazione risulta preoccupante a Trieste, dove si sono svolte diverse manifestazioni di No Vax e No Green Pass. “Sapevamo inoltre che i giovani under 20, che assorbono il 23% dei nuovi contagi, avrebbero rappresentato un margine di rischio. Oltre a prendere il virus lo portano a casa. Speriamo di avere al più presto il vaccino per questa fascia d’età che è stato appena sdoganato dalla FdA americana e non ancora dall’agenzia europea Ema. Ma è un andamento neppure lontanamente paragonabile a quello del Regno Unito”. Secondo Pier Paolo Sileri, ad ogni modo, non c’è da preoccuparsi. “Vivremo un Natale libero. I casi continueranno a crescere ancora un po’. Grazie alla carta verde non subiremo restrizioni”.