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Politica

Le Quirinarie sono sempre più vicine, e la candidatura di Mario Draghi sempre più concreta

Le elezioni per il Presidente della Repubblica sono sempre più vicine, e la candidatura di Mario Draghi viene avanzata sempre più spesso tra i partiti. Questo però, aprirebbe inevitabilmente le porte a delle nuove elezioni che non tutti vogliono.  

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Non si fermano le trattative tra maggioranza e opposizione per l’elezione del Presidente della Repubblica che avrà luogo tra tre mesi. Il clima è per certi versi incandescente e lo si è visto con la bocciatura del Ddl Zan, arrivata secondo molti come primo vero compromesso politico in vista delle quirinarie. Sullo sfondo, il nome di Mario Draghi si fa sempre più insistente, in particolar modo dopo che Conte e Salvini gli hanno riservato un endorsement ufficiale. E se il leader pentastellato si è limitato ad asserire che quella del premier è una candidatura concreta, il segretario del Carroccio è andato persino oltre: “Se mi chiedono se Draghi sarebbe un buon presidente della Repubblica, rispondo che lo voterei domattina. Ma sul Quirinale gli scenari cambiano ogni momento. Draghi è certamente una risorsa per il Paese, ma non so se voglia andarci”.

Quirinarie, Di Maio “Elezioni anticipate non sarebbero un bene per il paese”

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In ogni caso, fonti interne al centrodestra raccolte da Agi, continuano ad affermare che la prima soluzione possibile per Salvini resta quella di eleggere un candidato che sia perfettamente “interno” alla destra. La Lega però, dietro questa discussione, non vede comunque la possibilità concreta che il paese possa andare al voto anticipato. Sul tema si è espresso anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che in primo luogo chiarito come il movimento non parteciperà al toto nomi che si sta facendo in questi giorni. Per quanto riguarda invece la possibilità di andare ad elezioni anticipate, Di Maio è particolarmente critico: “Molte forze politiche parlano di Quirinale perché vogliono elezioni politiche anticipate fra quattro mesi. E questo non è un bene per il Paese. Siamo ancora in piena campagna vaccinale, la lotta al coronavirus non è finita, il Pnrr con tutte le riforme che stiamo avviando sono da realizzare”. L’esponente pentastellato è poi ritornato sulla bocciatura del Ddl Zan, insistendo sul fatto che sia stata la prima “prova generale” dei suoi avversari politici per costruire il futuro asse verso le elezioni presidenziali. 

Anche per il Pd, le elezioni anticipate sono la “cosa peggiore” che possa capitare al paese

Il Partito Democratico, tramite le dichiarazioni del suo segretario Enrico Letta continua invece a ribadire che le elezioni anticipate non sono prese in considerazione all’interno dei dem. Su questo, Letta è perentorio: “Coerenza e linearità è l’unico modo per uscire da questa complicata situazione. Ha pagato prezzo anche nei confronti del Paese chi non ha tenuto questa linearità esprimendo sentimento che non avevano un legame profondo con le scelte da fare. Quindi avanti con il governo Draghi su questa strada. La cosa peggiore che possa capitare è che adesso, dopo le elezioni, la politica si metta esclusivamente a parlare di Quirinale e legge elettorale. Noi non saremo quella politica. Di Quirinale si parlerà dopo che la legge di bilancio sarà approvata. La mia analisi è che fino al Quirinale il centrodestra non si muoverà da nessuna parte, Berlusconi ha scelto di farsi prendere in giro da Salvini e Meloni e di chiudersi in questa grande finzione fra di loro, che bloccherà tutto”. 

Per Berlusconi Draghi è forse più utile da premier

Sull’eventuale candidatura di Draghi, Berlusconi si è pronunciato in modo positivo anche se ha poi aggiunto: “Mi domando se il suo ruolo attuale, continuando nel tempo, non porterebbe più vantaggi al nostro Paese”. Di sicuro, un Draghi.-bis è il sogno dei centristi, e di Matteo Renzi in particolare che non ha mai nascosto le vesti “salvifiche” a cui associa la figura dell’attuale premier. 

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In ogni caso, è lo stesso leader di Italia Viva che nei mesi scorsi dichiarava quanto fosse inutile concentrarsi adesso sulla questione: “Quirinale? Non lo vengo a dire certo mesi prima, a febbraio ne discuteremo. Al Quirinale chi entra Papa esce cardinale come al conclave”

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