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Speciale Amministrative 2021

Fuga dall’Assemblea capitolina: dopo Calenda anche Michetti rinuncia

Prima è stato il turno di Calenda (che poi ci ha ripensato), ora tocca a Michetti annunciare il suo rifiuto al ruolo di consigliere comunale. 

Fuga dall’Assemblea capitolina: dopo Calenda anche Michetti rinuncia – www.meteoweek.com – Carlo Calenda, leader di Azione. Crerdit: Meteoweek

Gli ultimi giorni sono stati tutto un fuggi-fuggi dall’Assemblea capitolina. A quindici giorni dalla vittoria in ballottaggio alle elezioni amministrative di Roma del candidato di centrosinistra Roberto Gualtieri, ben due tra i principali nomi in corsa hanno rinunciato al ruolo di consigliere comunale. Si tratta del candidato di centrodestra Enrico Michetti e del leader di Azione Carlo Calenda. Il primo a fare il suo annuncio era stato proprio l’ex ministro dell’Economia. “Non resto in Campidoglio perché in questo modo faccio entrare nello specifico un ragazzo, un fuoriclasse assoluto sul ciclo dei rifiuti, che lo farà a tempo pieno, cosa che non potrei fare io perché non solo sono al Parlamento Europeo, ma sono anche un leader di partito, aveva detto a Fanpage.it qualche settimana fa. Aveva infine aggiunto: “E poi questo è stato l’impegno della sua vita, che lo faccia lui. Largo ai giovani, dove si può”.

Il dietrofront di Calenda

Eppure Calenda ci ha ripensato proprio in questi giorni, e ha fatto un passo indietro. Complici anche le polemiche sorte online e nei salotti televisivi, il leader di Azione ha voluto placare gli animi e fare dietrofront: resterà in Aula Giulio Cesare, ma non si sa ancora per quanto tempo. Lo ha spiegato lui stesso durante la trasmissione Agorà, su Rai 3: “Io avevo detto ‘se vengo eletto sindaco, lascio tutto e faccio solo il sindaco’. Ma avevo anche detto ‘se non venissi eletto, faccio entrare questo ragazzo, coordinatore del nostro programma, per il quale questa attività sarebbe al 100 percento’. Ma cosa è successo? La storia delle dimissioni ha generato sfiducia. Visto che tutto voglio fare tranne che dare l’impressione di non volermi occupare di Roma, rimango in consiglio comunale e poi vedremo, più in là, se ci sarà la possibilità di fare entrare questo ragazzo”.

La rinuncia di Michetti all’Assemblea capitolina

Più deciso, al contrario, è stato l’abbandono alla poltrona da consigliere comunale da parte di Enrico Michetti. Il candidato d’altronde era stato scelto da Fratelli d’Italia, e con la sua uscita subentrerà in Aula Giulio Cesare Federico Rocca che, con i suoi 4949 voti, era risultato il primo dei non eletti nella schiera di FdI. Le motivazioni fornite dall’avvocato, tuttavia, sono state altre. “La mia decisione di dimettermi dalla carica di consigliere comunale nasce dalla sempre più pressante consapevolezza dell’importanza di continuare ad assicurare in via prioritaria – nell’attuale contesto storico politico ed economico amministrativo – la formazione, l’aggiornamento e l’assistenza ad amministratori e funzionari pubblici. Un ambito a cui dedicherò il massimo impegno per proseguire il percorso di valorizzazione delle risorse umane della Pubblica Amministrazione”, ha dichiarato Enrico Michetti. E ha aggiunto che “in tal modo, anche nella qualità di Presidente della Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, potrò continuare ad offrire un contributo civico alla buona amministrazione, indubbiamente superiore rispetto a quanto potrei garantire ove assumessi il ruolo politico di consigliere di opposizione”.

Fuga dall’Assemblea capitolina: dopo Calenda anche Michetti rinuncia – www.meteoweek.com – Enrico Michetti, candidato del centrodestra alle elezioni amministrative di Roma. Credit: Meteoweek

Le critiche a Calenda e Michetti

La (mezza) scelta di Calenda e la decisione di Michetti hanno suscitato subito non poche critiche da parte della politica. Per quanto riguarda il leader di Azione, uno tra i primi a giudicarlo irrispettoso nei confronti dei romani è stato l’ex pentastellato Alessandro Di Battista. Secondo l’attivista, Calenda avrebbe dimostrato di “fregarsene dei suoi elettori”. “Calenda e Michetti – ha detto per la precisione – vi hanno chiesto i voti ma di quei voti se ne fregano”, ha detto di Battista facendo riferimento al fatto che le migliaia di persone che lo hanno votato si aspetterebbero di vederlo all’opposizione, a lavorare per Roma, come ha sempre sostenuto di voler fare. Ma la coerenza non sempre è di casa nei palazzi della politica, soprattutto quando si perde.

Per quanto riguarda Michetti, invece, i giudizi negativi sono arrivati in primis dai suoi stessi sostenitori di centrodestra. Quelli che perdono un posto in consiglio comunale. Vale a dire Lega e Forza Italia. Le critiche sono arrivate prima da Maurizio Gasparri (FI): “Nessuna notizia è stata data ai partiti che l’hanno lealmente sostenuto. È una decisione francamente non rispettosa degli elettori e delle forze che gli sono state accanto, superando, in nome della lealtà, alcune opinioni che l’esito elettorale ha confermato”. Poi da Fabrizio Santori (Lega), consigliere neo-eletto: “È stato imposto, ma lo abbiamo difeso e sostenuto lealmente. Salvini si è speso in ogni angolo della città come se fosse un candidato scelto dalla Lega e non ci aspettavamo che potesse lasciare così maldestramente un popolo che lo ha sostenuto con affetto, stima e simpatia”.

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Solamente FdI, forte di un consigliere in più tra le poltrone dell’Aula Giulio Cesare, ha avuto parole positive per la decisione di Michetti di abbandonare l’assemblea capitolina. “Enrico Michetti da civico si è messo a disposizione per interpretare un ruolo che i cittadini con il loro consenso non gli hanno dato la possibilità di svolgere”, ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida. E ha sottolineato: “La scelta di tornare a esercitare la sua attività e di assistere migliaia di amministratori, rinunciando a una poltrona, è un indubbio segno di coerenza e serietà che in pochi hanno saputo dimostrare”. Sarà stata coerenza o piuttosto la consapevolezza che anche un solo giorno di lavoro al Comune e alla Città Metropolitana di Roma lo avrebbe privato per anni della possibilità di esercitare la professione di  consulente per i comuni del Lazio?

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