Era stata una delle nazioni più severe nell’imposizione delle misure restrittive per contenere l’avanzata del coronavirus. Adesso però, dopo 19 mesi, il governo australiano ha deciso di riaprire i confini con alcune eccezioni: resteranno infatti chiusi gli stati che hanno ancora basse percentuali di vaccinati tra la popolazione.
A distanza di seicento giorni da quella prima chiusura stabilita dal governo per frenare l’avanzata della pandemia, l’Australia ha riaperto i suoi confini. Una decisione importante, per uno dei paesi che aveva varato le misure restrittive più severe per il contenimento del virus. Al punto che molti analisti avevano finito per soprannominarlo come “lo stato eremita”. Di sicuro, gli ultimi 19 mesi sono stati molto duri per chi ha vissuto in Australia, in primo luogo perché quasi subito, sono stati vietati tutti i viaggi all’estero.
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Anche per questo, negli aeroporti in questi giorni si sta assistendo a momenti di profonda commozione da parte chi dopo due anni ha finalmente potuto riabbracciare le persone che amava. Qualche limitazione il governo l’ha comunque lasciata per gli stati che al momento hanno le percentuali più basse di vaccinazione che resteranno ancora chiusi.
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