Centri vaccinali chiusi da Milano a Napoli: rete di hub ridotta del 30%

Sono stati centri vaccinali chiusi in diverse città, da Milano a Napoli: la rete di hub è stata ridotta del 30%. 

A Napoli ha appena chiuso il centro vaccinale di Capodichino, a due passi dall’aeroporto. Nella fase centrale della campagna, tra maggio e giugno, inoculava anche 5-6 mila dosi al giorno. A Roma hanno salutato l’hub vaccinale dell’Auditorium della Musica che ha già ripreso la sua vocazione artistica con serate ed eventi. Anche la Nuvola di Fuksas ha appena archiviato la sua «stagione vaccinale» sfruttando la concomitanza del G20 all’Eur ma è stato messo in stand-by.

Chiusura hub vaccinali in tutta Italia, razionalizzazione del 30%

I milanesi, invece, hanno salutato la fabbrica del Vapore e l’ospedale della Fiera ma non il palazzo delle Scintille che continuerà ad essere funzionante per la terza dose. In Toscana, anche per tagliare i costi, la Regione ha già deciso di smontare la rete degli hub, tra cui quello di Scandicci e del Mandela. A Bologna ha chiuso l’Arena di Unipol, mentre Torino ha visto lo stop alle somministrazioni nei punti vaccinali privati di Reale Mutua e Lavazza.

Leggi anche -> Congedo paternità: Italia con i 3 mesi del Family Act farà meglio di Francia, Uk, Belgio e altri Paesi

Si è assistito ad una razionalizzazione del 30% della rete degli hub. Quasi mille in meno rispetto ai 3mila messi a terra dal commissario Figliuolo. D’altronde stiamo andando verso la fine dell’emergenza sanitaria, come rivendicato anche dal premier Mario Draghi, ma le incognite sono ancora tante. Gli scienziati del Cts si aspettano una lieve risalita dei contagi innescata dall’indice di trasmissibilità che farà salire, anche se in misura minore rispetto al passato, anche ospedalizzazioni e decessi.

Leggi anche -> Calcio juniores, aggressione con mazze e caschi ad atleti e genitori

La campagna vaccinale copre ormai l’86,29% degli italiani con una dose, l’82,76% a ciclo completo. Risultano ancora scoperti oltre 7,4 milioni di connazionali. Il rischio che si produca una pandemia di non vaccinati, però, non è dietro l’angolo. La decisione della terza dose per tutti gli over 60, presa ai primi di ottobre dal ministero della Salute, è stata presa con leggero anticipo vista la lieve risalita di infezione nelle classi d’età più avanzate.

Entro fine anno si capirà se il richiamo sarà consigliato per tutti, indicazione che anche l’Ema ha fornito. È chiaro che se occorrerà inocularlo ad oltre 46 milioni di italiani una rete residuale di hub servirà ancora. Soprattutto se le agenzie del farmaco dovessero sdoganare i vaccini anche per la fascia 5-11 anni.

Gestione cookie