Il silenzio di Salvini sugli omicidi di Ercolano

Un dramma che riporta in auge il dibattito sulle armi da fuoco per difesa personale, e su cui il segretario leghista non ha ancora detto nulla

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“Intorno alle 1.30 ho sentito quattro o cinque colpi di arma da fuoco e ho pensato che fossero fuochi di artificio, anche perché qui in zona spesso c’è l’usanza di accendere fuochi”

11.

Questo il numero dei colpi che Vincenzo Palumbo ha sparato contro un’auto parcheggiata di fronte alla sua abitazione.  È uscito dal balcone portandosi dietro un’arma da fuoco regolarmente detenuta, e ha iniziato a sparare. 

I due ragazzi sono morti sul colpo. Palumbo si era convinto fossero dei ladri, come ha spiegato agli inquirenti: di qui la sua decisione di sparare a vista. Come si scoprirà in seguito, non erano dei ladri ma due ragazzi che si erano semplicemente fermati in macchina a parlare. Un omicidio atroce, che non sta nemmeno trovando troppo spazio nei media italiani a causa del G20 della capitale.  

Un dramma del genere non può lasciare indifferenti. Ci ricorda che nel nostro stato di diritto, è anche possibile uscire dal proprio balcone di casa e sparare a vista. Non voglio dire che questo sia necessariamente sbagliato quanto piuttosto attestare un mero dato di fatto. Può succedere, ed è troppo semplicistico prendere posizioni aprioristiche, e iniziare un tiro a bersaglio contro chi ha sempre sostenuto la necessità per i cittadini di poter possedere un’arma da fuoco per difesa personale. Ma in realtà, è proprio in ragione di questo che il silenzio della destra su un fatto di cronaca così cruento, è inspiegabile, e forse inaccettabile. 

Il silenzio che fa più male è quello di Matteo Salvini.

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Molto più di quello, ad esempio, di Giorgia Meloni. Seppur Fratelli d’Italia e la Lega hanno delle idee abbastanza simili su come va intesa l’autodifesa dei cittadini e gli strumenti di cui si devono dotare, è sempre stato il Carroccio a mostrare una particolare predilezione per il tema. Nel 2019 ad esempio, la Lega presentò una proposta, che ebbe come prima firmataria Vanessa Cattoi con il supporto di 70 deputati, per una riforma che agevolasse le pratiche per poter acquistare un’arma da fuoco a difesa personale. Una proposta che fece molto discutere ai tempi, su uno dei pochissimi temi che segna realmente una linea di confine tra destra e sinistra. 

Salvini si è sempre fatto promotore del diritto di possedere un’arma da fuoco per legittima difesa, un argomento che ha sempre cavalcato con convinzione, anche con una certa ignoranza in realtà. Come quando affermò che era perfettamente normale che, chi fosse in possesso del porto d’armi, potesse consequenzialmente girare per le vie della sua città con una pistola in tasca. Non sarebbe giusto chiedere a lui, che è sempre stato favorevole, di cambiare opinione per un singolo caso di cronaca. Una riflessione però era doverosa da parte del leader leghista proprio perché si andava dentro un suo cavallo di battaglia. Da un politico come lui, grande e agguerrito padre di famiglia, ci si aspetterebbe una condanna subitanea a chi sembra aver ucciso due innocenti, perchè che fossero ladri o meno, non può essere questo il modo di difendersi. Nemmeno se possiedi un’arma, non è così che va usata, sembra persino stupido precisarlo. Non si può uscire dal balcone di casa e sparare, e questo varrebbe anche nel caso i due ragazzi fossero stati realmente dei ladri. 

Vogliamo davvero aumentare il numero di persone a cui dare armi? Perché già adesso esiste una lezione da imparare da questo caso di cronaca, comunque vada a finire.

Palumbo non aveva nessun diritto di sparare. Qualunque sia il motivo che lo abbia portato ad un atto così folle, mi sembra evidente che il suo stato psicofisico era tutto meno che ottimale. Da alcune ricostruzioni apprendiamo che era già stato derubato in passato e magari viveva nello stress di avere i ladri sotto casa. 

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Mi sembra chiaro che i test psicologico-attitudinali necessari a ottenere l’idoneità per un’arma da fuoco debbano essere quantomeno riesaminati. A quali privati cittadini diamo il diritto di sparare? Abbiamo fatto tutto il possibile per assicurarci fosse persone equilibrate? Con quanta frequenza avvengono questi controlli?

Quesiti che in realtà avrebbe dovuto sollevare lo stesso Salvini, proprio perchè è sempre stato a lui volere questo dibattito. L’impressione è che una sua condanna diretta dell’accaduto costi davvero troppi voti. E che il leghista abbia ormai imparato a proferir parola soltanto quando gli conviene, è una lezione che abbiamo già imparato. 

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