Mentre nel resto del mondo si discute delle possibili dimissioni di Zuckerberg a seguito degli ultimi scandali che hanno coinvolto Facebook, Alec Ross, ex braccio destro della Clinton con delega al digitale quando la donna era segretario di Stato, mette in guardia su quale futuro ci attende se non iniziamo a porre dei freni ai social media.
Mark Zuckerberg si dimetterà?
Non ci è dato saperlo naturalmente, e non è detto che le indiscrezioni che circolano a riguardo in queste ore siano così solide. Sicuramente il 2021 si sta rivelando un anno difficile per Facebook, travolto da diversi scandali e da interrogazioni parlamentari che hanno finito per incrinare l’immagine pubblica del suo fondatore
“Criticare i social media è come prendersela con se stessi”
E a commentare queste ultime vicende di cronaca che hanno interessato uno dei Ceo più famosi al mondo, è stato Alec Ross, a fianco di Hilary Clinton quando la donna era segretario di stato, con una delega speciale sul digitale. Ross, in un’intervista concessa a Repubblica, ha in primo luogo spiegato che ci troviamo all’interno di un decennio storico, in cui non potremmo fare a meno di confrontarci con effetti e conseguenze della tecnologia.
“Per quanto qualcuno possa essere critico nei confronti dei social media, tutti passano il proprio tempo su Facebook, Twitter e Instagram. Impossibile attaccare con quella stessa forza qualcosa che si frequenta quotidianamente e senza la quale evidentemente non si vuol vivere. Per questo fino ad oggi non ci sono stati movimenti dal basso. Sarebbe come prendersela con sé stessi”.
Negli Stati Uniti però spiega Ross, qualcosa sta cambiando. Gli elettori iniziano a interrogarsi sul ruolo dei social media e a metterli in discussione, anche se questa battaglia viene ancora associata in Parlamento all’estrema destra. “C’è una crescente fetta dell’elettorato Usa che mette in discussione i social media, ma l’estrema destra è la più rumorosa. Sta cercando di costringere la Silicon Valley a non intervenire nella moderazione dei contenuti. E’ una contraddizione interessante: accusa Facebook e Twitter, ma ogni giorno i post più divisivi e popolari tendono a provenire da loro”.
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Per Ross in ogni caso soltanto “tre cose potrebbero davvero cambiare Facebook: regolamentazione governativa, incentivi finanziari al cambiamento o un improbabile risveglio spirituale di Mark Zuckerberg e del suo consiglio di amministrazione”.