Roma, netturbini rubano taniche benzina ad Ama per poi venderle in nero

L’azienda ha affidato l’inchiesta a un team di investigatori privati, G7 International, che vanta esperti di controspionaggio

netturbini-Meteoweek.com

Sono le ore «2.15, il mezzo Csl arriva nell’area 3 dell’autorimessa del Salario e il signor (omissis) scende». Da un’indagine condotta dall’Ama e affidata a un team di investigatori privati, la G7 International, è emerso tramite una sequenza fotografica con tanto di informativa di 38 pagine, che quell’uomo rubava gasolio a bizzeffe. Addirittura si parla di decine di litri in una sola notte.

La benzina veniva poi versata in taniche nascoste dietro un cespuglio e poi caricate su un’automobile bianca. Forse si tratta del culmine di un cattiva abitudine assai diffusa, come riporta Il Messaggero. L’inchiesta è andata avanti per lungo tempo con appostamenti, microcamere nascoste che hanno consentito di stanare furbetti incastrati dalle immagini.

Immagini scattate fino a qualche giorno fa. Una scena fotografata riguarda un netturbino esperto. L’uomo scende dal compattatore, e poco prima ha parcheggiato l’auto dentro il deposito. Tutto accade tra le due e le tre del mattino, in pieno turno lavorativo. Il soggetto manomette i serbatoi, poi preleva la benzina col tubo, poi riempie le taniche e carica il tutto su un’utilitaria. L’uomo sembra conoscere bene le zone d’ombra del deposito.

Ama-Meteoweek.com

Ma non sarebbe la prima volta che avvengono furti di benzina. Nonostante il vagone di denunce, indagini dei carabinieri, licenziamenti ecc. pare che si continui. Stavolta con un elemento che aggrava la situazione. Infatti, il gasolio viene rubato in uno dei periodi più duri per la gestione della raccolta di spazzatura, con la città che è a secco di impianti, immondizia ammassata affianco ai bidoni strapieni e cinghiali che passano davanti ai portoni.

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Il nuovo sindaco Roberto Gualtieri ha promesso un piano di pulizia straordinaria da circa 40 milioni di euro per l’azienda, purché siano spesi bene, senza che qualcuno se ne approfitti. L’azienda, dal canto suo, promette che eserciterà il pugno duro. È già pronta per licenziare la prima persona. A breve la commissione disciplinare aprirà un’inchiesta sul dipendente filmato dalle microcamere.

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Ma non è finita perché l’inchiesta prosegue, cercando di trovare i complici dell’uomo. Perché se il netturbino si muoveva indisturbato ormai da tempo, forse c’è dietro una fitta rete.

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