L’Iran e le potenze mondiali coinvolte nell’accordo Iran nucleare del 2015 torneranno a Vienna entro poche settimane dopo mesi di ritardo.
Il principale negoziatore nucleare iraniano ha detto che i colloqui multilaterali con le potenze mondiali a Vienna riprenderanno prima della fine di novembre. Ali Bagheri Kani, diventato il nuovo capo negoziatore nucleare a metà settembre, ha annunciato la notizia dopo un incontro mercoledì con funzionari europei a Bruxelles. La data esatta sarà probabilmente annunciata la prossima settimana.
Sei round di colloqui con Cina, Russia, Germania, Francia e Regno Unito nella capitale austriaca si erano conclusi a fine giugno. I colloqui di Vienna sono stati sospesi a giugno poco dopo l’elezione del presidente conservatore iraniano Ebrahim Raisi, meno propenso del predecessore al compromesso con le forze occidentali. La partecipazione degli USA era rimasta indiretta per via del loro abbandono unilaterale dell’accordo nucleare formalmente noto come Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA). Dopo tale uscita nel 2018, gli USA hanno imposto sanzioni all’Iran che ne hanno colpito l’economia. Ora gli americani dicono da settimane che la finestra per tornare ai colloqui non rimarrà aperta per sempre. L’amministrazione Raisi, tuttavia, ha segnalato che potrebbe non voler riprendere i colloqui esattamente dove sono stati lasciati durante l’amministrazione dell’ex presidente Hassan Rouhani.
Il messaggio più chiaro è arrivato mercoledì, poco prima che Bagheri annunciasse la notizia. Il ministro degli Esteri Amirabdollahian ha detto “non vogliamo entrare nei negoziati di Vienna dal punto di stallo dei negoziati di Vienna“. In una conferenza stampa a Teheran, tuttavia, ha aggiunto che l’Iran accetta lo schema generale dei negoziati. Il negoziatore della Russia a Vienna, Mikhail Ulyanov, aveva detto in un tweet all’inizio del mese un concetto simile a quello espresso da Amirabdollahian. Scrive che è molto importante “non riprendere i colloqui di Vienna sul JCPOA da zero”.
Accordo Iran nucleare, i problemi con le forze europee
had a very serious & constructive dialogue with @enriquemora_ on the essential elements for successful negotiations.
We agree to start negotiations before the end of November. Exact date would be announced in the course of the next week. https://t.co/0A7BOPZh8f— علی باقریکنی (@Bagheri_Kani) October 27, 2021
Un’altra questione è che l’Iran continua a spingere per avere garanzie che gli USA e le potenze europee non rinnegheranno i loro impegni in futuro. Ricordiamo, infatti, che le nazioni europee hanno rispettato le sanzioni americane. C’è stata anche qualche controversia riguardo le modalità di incontro tra i funzionari iraniani e le loro controparti europee prima dei negoziati di Vienna. Le tre potenze europee aderenti al JCPOA si sono offerte di incontrarsi in gruppo ma l’Iran ha rifiutato.
Il ministro degli esteri iraniano mercoledì ha definito l’incontro congiunto “sgradevole”. Ciò soprattutto perché l’E3 di solito rilascia una dichiarazione condivisa dopo l’incontro, nella quale si trovano solo i loro punti di vista unilaterali. “Che sia a Bruxelles o a Teheran, noi sosteniamo qualsiasi colloquio diplomatico bilaterale con Germania, Regno Unito e Francia. Ma sulla questione nucleare, consideriamo colloqui con loro solo nel formato del P4+1, che include anche la Russia e la Cina come altre parti negoziali”. Queste le parole del ministro Amirabdollahian.
La posizione degli USA, diplomazia e “altre opzioni”
L’inviato degli USA Robert Malley ha avvertito che gli sforzi per far rivivere l’accordo nucleare iraniano stanno entrando in una “fase critica”. Afferma che c’è “un’impazienza condivisa” tra Washington e i suoi alleati sull’avanzamento del programma nucleare di Teheran. Malley ha ribadito la posizione dell’amministrazione che preferisce la diplomazia per affrontare il programma nucleare iraniano, ma ha detto che gli USA hanno “altre opzioni“.
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“Continueremo a perseguire la diplomazia anche mentre perseguiamo altri passi se ci troviamo di fronte a un mondo in cui abbiamo bisogno di farlo”. L’ex presidente Donald Trump aveva annullato il patto nel 2018 e ha emanato sanzioni sull’Iran come parte di una campagna di massima pressione. In risposta, l’Iran ha iniziato a far avanzare il suo programma nucleare oltre i limiti fissati dall’accordo. L’amministrazione Biden ha detto che è disposta a tornare al rispetto reciproco dell’accordo, che affronta l’opposizione dei repubblicani e di alcuni democratici falchi al Congresso.