Dopo le minacce di morte da parte dei no green pass, per Beppe Sala arriverebbero nuove misure preventive e di sicurezza come la scorta. Per il momento due sono gli indagati per le minacce al primo cittadino di Milano.
In questi ultimi giorni a Milano è successo un fatto che subito per la sua portata ha riportato alla mente gli anni del terrorismo del secolo passato. Si è scatenato lo stesso terrore di quegli anni ma con modalità e tempi differenti. La ‘vittima’ in questione è il primo cittadino della città, nonché il sindaco di Milano, Beppe Sala, il quale ha ricevuto delle minacce da parte dei no green pass. Subito dopo la comparsa di numeri di telefono, email, indirizzi e minacce di morte su Telegram, il Comitato provinciale per l’ordine pubblico ha disposto una «Vigilanza generica radiocollegata». Il cui scopo è quello di sorvegliare e garantire sicurezza con passaggi di pattuglie davanti all’abitazione o in luoghi pubblici dove presiederà.
Beppe Sala: in arrivo una scorta in seguito alle minacce subite dai no green pass
Nell’arco degli ultimi tre giorni il sindaco di Milano Beppe Sala è stato coinvolto in prima persona in minacce da parte dei no green pass. Questi in particolare hanno evidenziato dati personali della vittima quali numeri di telefono, indirizzo di abitazione, email, ecc e manifestato minacce su una chat su Telegram. La chat in questione è riconducibile al movimento No Green Pass Basta dittatura, il quale avrebbe minacciato non solo Sala in quanto persona ma anche la sua famiglia.
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Per questo motivo è scattata la proposta, già deliberata, di predisporre una Vigilanza generica radiocollegata che sorvegli e tuteli il sindaco e la sua famiglia da eventuali attacchi terroristici. Infatti, nonostante Beppe Sala non sia a favore di avere una scorta, la situazione non è da sottovalutare. Non a caso in contemporanea si è aperto un fascicolo in collaborazione con la Digos e con la polizia postale per risalire alle persone coinvolte in queste minacce.
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Ci sono due indagati
Nelle ultime ore la polizia di Stato, grazie alle indagini dell’unità Antiterrorismo della Procura di Milano, è riuscita a risalire a due degli autori delle chat. Si sono fatte delle perquisizioni che hanno condotto a loro due, trovando così una corrispondenza con le minacce indirizzate a Beppe Sala.