“Stop spiking”: migliaia di donne scendono in piazza contro la droga dello stupro. Boicottati tutti i locali notturni, “non ci siamo mai sentite al sicuro”. Allarmante l’aumento dei casi segnalati dalla polizia nell’ultimo periodo.
Sono migliaia le donne scese in piazza la scorsa notte in diverse città universitarie inglesi. Le manifestanti hanno protestato a Bristol, Birmingham e Nottingham contro lo “spiking”, il fenomeno della somministrazione di droga dello stupro a vittime inconsapevoli. Un fenomeno che è spesso preludio di abusi sessuali, e per il quale la protesta conta il boicottaggio dei locali notturni, delle discoteche e dei pub da parte di donne e ragazze.
Una pratica, quella dello spiking, che ha raggiunto un’incidenza terribilmente allarmante, e che spesso è preludio ad abusi sessuali. Secondo i media inglesi, il fenomeno starebbe aumentando per via del ritorno dei giovani alla vita universitaria in presenza e alla vita notturna in generale. A livello nazionale, nell’ultimo periodo la polizia ha registrato almeno 198 casi confermati di “spiking” in bevande alcoliche, mentre altri 24 tramite l’uso di aghi – che iniettano la droga dello stupro sulle parti scoperte del corpo della vittima.
“L’unica iniezione che voglio è Pfizer!”
L’uscita serale con gli amici vuole essere una delle esperienze più spensierate e gioiose della giovinezza: la possibilità di ballare in una stanza piena di persone, tutte riunite lì solo per divertirsi. I postumi di una sbornia non dovrebbero mai essere nient’altro che un piccolo inconveniente – come il mal di testa del giorno dopo, ad esempio. Eppure, ora per molte giovani donne anche la semplice esperienza di uscire la sera e di andare a un locale notturno diventa motivo d’ansia. Questo a causa del pericoloso fenomeno dello “spiking”, per il quale uno sconosciuto versa della droga nei drink delle vittime ignare – spesso come preludio all’aggressione sessuale. Un fenomeno già noto da anni, ma che recentemente sembra essere in forte aumento.
Per questo si è attivata una campagna quasi tutta al femminile che chiede agli studenti di boicottare i locali notturni in segno di protesta, e avanzata dal movimento Girls Night In. Enormi folle di persone in tutto il Regno Unito sono quindi scese in piazza nella serata di mercoledì. Ci sono state manifestazioni in più di 40 città universitarie, da St Andrews in Scozia a Brighton sulla costa meridionale dell’Inghilterra, unite tutte da un motto comune: “Stop spiking“. Le donne hanno il diritto di sentirsi e di essere al sicuro quando escono la sera.
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Ad aprire la manifestazione di Manchester, davanti ad almeno mille giovani, ci ha pensato Lucy Nichols, 21 anni, che ha spiegato: “Questa è una risposta d’emergenza a una situazione d’emergenza”. C’è infatti un’epidemia parallela che sta investendo il Regno Unito: “Ogni singola donna qui presente avrà una storia su di sé da raccontare, o magari quella delle loro amiche, che riguarda casi di violenza sulle donne. Ad oggi, non possiamo nemmeno ricorrere al vecchio trucco di coprire i nostri drink mentre siamo nei locali, perché gli aggressori possono pungerci e iniettarci la droga con degli aghi”.
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E alla luce di queste parole, diventano ancora più emblematiche le scritte che sfilavano sugli striscioni. “L’unica iniezione che voglio è Pfizer!” recitava uno, mentre un altro riportava come “Pankhurst si sarebbe inc******”, e un altro ancora spiegava: “Non mi sono mai sentita al sicuro“. Quello che è iniziato meno di due settimane fa come un boicottaggio dei locali notturni, provocato da una preoccupante ondata di spiking (proprio attraverso le punture di aghi), sta quindi diventando qualcosa di più grande: una chiamata alle armi da parte di una generazione di giovani donne stanche di avere paura. Tanto che ulteriori proteste e boicottaggi sono previsti nei prossimi giorni anche a Edimburgo, Glasgow, Cardiff e Londra.