Il testo di legge sarà rimandato in Commissione, tempi lunghi, rischia di sparire. Nel centrosinistra accuse di tradimento a Italia Viva
Affossato in Senato il ddl Zan, il testo di legge che punisce prevede l’inasprimento delle pene per i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili. L’Aula di Palazzo Madama ha approvato con 154 voti favorevoli, 132 contrati e due astenuti la cosiddetta “tagliola”, chiesta da Lega e Fratelli d’Italia, che rimanda il ddl all’esame della Commissione, previsto tra circa sei mesi. Ora per la legge contro l’omobitransfobia il percorso diventa più difficoltoso e i tempi decisamente più lunghi, dopo il rinvio di questa estate.
A conti fatti, con 228 senatori presenti in Aula, sono mancati alla maggioranza 23 voti perché il testo venisse respinto non permettendo al Senato di approvare la legge che arrivava dalla Camera. Il centrosinistra contava su 149 senatori per il respingimento della mozione del centrodestra ma due si sono astenuti e sedici hanno votato in linea con gli avversari. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto, fatto che ha permesso ai franchi tiratori del centrosinistra di mettere in atto il “tradimento”.
Dalla piazza di Montecitorio commenta amaramente il deputato Alessandro Zan, primo firmatario del ddl. “Non potevamo fare niente contro la tagliola, se non rinviarla per poco. Una forza politica si è sfilata dalla maggioranza che c’era alla Camera e ha flirtato con la destra sovranista, inoltre Forza Italia si è compattata con la destra sovranista dimostrando di non essere una forza liberale vicina ai diritti” afferma davanti ai giornalisti. Il riferimento accusatorio è probabilmente indirizzato a Italia Viva. “È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare”. Zan aveva chiesto alla presidente del Senato Casellati di non concedere il voto segreto che “avrebbe potuto uccidere la legge”. Stamattina il deputato aveva detto “Se oggi la tagliola passa la legge è morta“.
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Analizzando i vari gruppi parlamentari del Senato, 2 della Lega erano assenti su 64 e 3 quelli di Forza Italia sul totale di 49: Niccolò Ghedini, Renato Schifani e Massimo Ferro. In Fratelli d’Italia presenti tutti i 21. Nel Partito Democratico si contano 2 assenze su 38, 4 su 16 nel gruppo di Italia Viva, 2 tra i senatori del M5s sul totale di 74. Infine nel gruppo delle Autonomie solo un assente su 8 senatori, così come per L’alternativa c’è.
Tra le assenze eccellenti si segnala quella dell’ex-premier Matteo Renzi. Il capo politico di Italia Viva era a Riyadh ospite di Mohammed Bin Salman, principe dell’Arabia Saudita, per un evento del Future Investment Initiative Institute, la fondazione controllata dal fondo sovrano saudita.
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Esulta il leader della Lega Matteo Salvini secondo cui è stata “sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle che hanno detto no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre”. Per Giorgia Meloni “cala il sipario su una pessima proposta di legge. Non abbiamo mai cambiato idea: in Senato siamo stati l’unico gruppo interamente presente e unito”. “Quel testo non andava bene: serviva il dialogo e un positivo confronto che qualcuno ha inspiegabilmente rigettato” afferma Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali. Per il senatore di FdI Ignazio La Russa questo voto determina addirittura “Una nuova maggioranza“.
Durissima con gli alleati, in particolare di IV, Monica Cirinnà, autrice della legge che ha istituito le Unioni civili: “Il centrosinistra della maggioranza Conte è strafinito, si riparte da Pd, 5S e Leu“. “Hanno voluto fermare il futuro e riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà” afferma il segretario del Pd Enrico Letta. Per il ministro degli Esteri Luigi di Maio “Il ddl Zan è stato spazzato via, nel segreto dell’urna. Vergognoso” mentre per il capo politico del M5S Giuseppe Conte “Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari”.
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Alle accuse di tradimento contro Italia Viva ha risposto la senatrice Teresa Bellanova, presidente di Iv, sostenendo che il suo partito ha votato a favore del disegno di legge. “Come era evidente, alla fine sono mancati i numeri. Nonostante il voto compatto di Italia viva, 23 franchi tiratori tra PD, LeU e M5S, affossano il Ddl Zan – afferma – .Oggi il Paese ha perso l’occasione di portare a casa una legge di civiltà“.
Il deputato Elio Vito lascia gli incarichi interni a Forza Italia dopo che il partito ha votato al Senato a favore della tagliola. Lo ha fatto con una lettera indirizzata Silvio Berlusconi. “Per coerenza con le mie convinzioni, che mi portarono a votare a favore della proposta di legge alla Camera, quando pur nella posizione contraria del Gruppo, fu garantita comunque la possibilità di votare secondo coscienza, a malincuore rimetto l’incarico che mi hai affidato”.
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Insiste sul fatto che il ddl Zan “non limita affatto le libertà di espressione e di opinione, che sono tutelate dalla Costituzione” e che “abbiamo votato pregiudiziali e sospensive, dopo mesi di ostruzionismo in Commissione, per impedire l’esame. La sacrosanta rivendicazione della nostra vocazione europeista e della nostra appartenenza al Ppe, potrebbe essere contraddetta con il contrasto che stiamo manifestando al ddl Zan, proprio mentre Ursula von der Leyen guida l’Europa contro le leggi anti Lgbt di Polonia e Ungheria“.
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