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Cronaca

I lavoratori del Porto di Genova hanno vinto, le aziende pagheranno i tamponi ai dipendenti

Le proteste al porto di Genova, che non si sono mai fermate dal giorno dell’introduzione del green pass, hanno premiato i lavoratori: quasi tutte le aziende hanno dato il loro ok affinché i dipendenti possano disporre di tamponi gratuiti negli hub interni del porto. 

Getty Images

Alla fine, dopo giorni di proteste da parte dei lavoratori, quasi tutte le aziende che operano nel porto di Genova, hanno dato il loro assenso per pagare i tamponi ai loro dipendenti. Un risultato importante, raggiunto dopo delle giornate decisamente concitate, con manifestazioni di protesta tenute anche nella giornata di ieri davanti la Prefettura.

Un risultato importante, resta però il problema legato alla Compagnia Unica che propone invece tamponi a prezzi calmierati

Per Jose Nivoi, portavoce del Calp e dirigente dell’USB, si tratta di un risultato molto importante, quasi insperato rispetto a due settimane fa, quando i rifiuti in merito da parte delle aziende erano molteplici: “Siamo partiti lo scorso 14 ottobre che poche aziende avevano dato la propria disponibilità a fornire tamponi gratis, fino ad oggi che tutte hanno detto di sì: è un buon risultato” . L’unico problema che resta da risolvere adesso, come spiegano gli stessi sindacalisti, rimane quello legato alla Compagnia Unica Culmv, che ha invece optato per un tampone dal prezzo calmierato ma non gratuito. I lavoratori portuali hanno poi richiesto anche una maggiore efficienza per quanto riguarda l’accesso ai test anti covid negli hub interni al porto. Un tema di cui comunque si discuterà la prossima settimana, quando le parti sociali coinvolte si riuniranno per cercare di trovare un nuovo compromessi. 

Leggi anche: 20 anni dal G8 di Genova: chi era in piazza quei giorni non aveva tutti i torti

Leggi anche: No Green Pass: protesta al porto di Trieste, ma “chi vuole lavorare entra”

In ogni caso per Nivoi l’85% dei problemi è stato risolto ma resta la preoccupazione perché la vicenda dell’obbligatorietà del green pass ha distolto l’attenzione dal rispetto delle altre procedure di sicurezza sul posto di lavoro, come distanziamento, mascherine, igienizzazione. Chiediamo che tutto questo venga monitorato e, al prossimo incontro in Prefettura, avanzeremo la richiesta di un tavolo tecnico per questo”.

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