Un blitz dei Nas ha fatto scattare 39 arresti di nei confronti di persone accusate di avere utilizzato il dark web per acquistare e rivendere il fentanyl, ovvero la cosiddetta droga dello stupro, ed altre nuove sostanze psicoattive. Una di queste è Claudia Rivelli, sorella di Ornella Muti, finita nel mirino della Procura già qualche settimana fa. Le perquisizioni sono state condotte dai militari dei Carabinieri per la Tutela della Salute in diverse zone d’Italia. A partecipare all’operazione, che ha visto coinvolti oltre 200 agenti, anche altri reparti dell’Arma, dei nuclei cinofili ed i nuclei elicotteri, dei Ris e di Europol.
Droga dello stupro e altre sostanze definite «psicoattive» venivano acquistate e rivendute sul dark web, senza che nessuno controllasse quale fosse il loro uso finale. Il giro d’affari coinvolgeva persone residenti in diverse zone del territorio italiano. Il Tribunale di Roma, a seguito di una lunga, articolata e complessa operazione coordinata dalla Procura della Capitale e delle perquisizione messe in atto dai militari del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute nonché da altri reparti dell’Arma, come i nuclei cinofili ed i nuclei elicotteri, i Ris e gli Europol, ha emesso un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 39 persone che, in base a quanto emerge, sarebbero state coinvolte negli illeciti.
Le persone in questione sono accusate a vario titolo di delitti di autoriciclaggio, importazione e traffico aggravati di fentanyl, droga dello stupro, catinoni sintetici e altri principi farmacologici appartenenti alla categoria delle ‘Nuove sostanze psicoattive‘, acquistati sul deep e sul dark web e successivamente rivendute. Le numerose perquisizioni messe in atto dai militari hanno permesso di rinvenire nelle abitazioni degli indagati la merce ottenuta tramite il giro d’affari illecito. Quest’ultimo, tuttavia, sembrerebbe molto più ampio di quanto finora scoperto. È per questa ragione che la complessa indagine prosegue.
Arresti per droga dello stupro: c’è la sorella di Ornella Muti
Tra le persone che sono state arrestate per la compravendita della droga dello stupro c’è anche Claudia Rivelli, 71 anni, attrice e sorella di Ornella Muti. Già nelle scorse settimane nei confronti della donna era stata emessa una misura cautelare, in quanto nella sua abitazione erano state ritrovate ingenti quantità della sostanza e risultava che la importasse illecitamente dall’Olanda a cadenza trimestrale. In sua difesa, nel corso del processo per direttissima, aveva detto di averla inviata al figlio, residente a Londra, il quale la utilizza «per pulire l’auto», mentre lei ne fa uso «per lucidare l’argenteria». Una versione che non ha mai convinto gli inquirenti. L’indagata, d’altronde, era a conoscenza della natura illegale del Gbl, tanto che aveva «sostituito confezione ed etichetta riportante indicazione `shampoo´ in modo da trarre in inganno la dogana».
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Una ulteriore prova di colpevolezza nei confronti di Claudia Rivelli e del figlio, inoltre, è rappresentata dalle chat su Whatsapp. “Pacco arrivato e nascosto”, “fammi sapere notizie mano a mano, se no mi agito troppo fino a giovedì”, si legge. La Procura di Roma, in tal senso, non ha mai avuto grandi dubbi. «Il tenore delle conversazioni e la circostanza che l’indagata camuffasse il reale contenuto delle spedizioni appaiono elementi oggettivamente indicativi della piena consapevolezza e della volontà di quest’ultima di realizzare condotte penalmente rilevanti, ponendosi quale schermo per agevolare il figlio nell’importazione di sostanza nel Regno Unito dove è considerata illegale al pari dell’Italia, in tal modo riuscendo ad aggirare i controlli doganali», ha scritto il Gip nell’ordinanza.