L’uomo era già sotto inchiesta per sottrazione fondi ai danni di una Onlus fondata per supportare lo sforzo dei nosocomi nel contrastare il Covid
Sui social utilizzava il nickname “Federica” e con quella falsa identità virtuale intesseva contatti con diverse persone, tra cui minori. Dietro quel profilo tuttavia c’era un noto professionista di 55 anni di Crema, R. Crotti, ora finito in manette su disposizione della Procura di Brescia, accusato di possesso di materiale pedopornografico e prostituzione minorile.
Nel marzo 2020, Crotti aveva fondato una Onlus per raccogliere fondi a supporti di ospedali ed enti atti a contrastare il Covid 19, ma secondo quanto riporta la Procura di Cremona, che lo ha indagato per associazione a delinquere, l’uomo avrebbe sottratto 250mila euro dagli incassi dell’ente. E proprio indagando su questa vicenda, gli inquirenti hanno spulciato ulteriormente sui dispositivi informatici sequestrati all’uomo.
Dall’inchiesta è emerso che l’uomo aveva intessuto una vasta rete di contatti con parecchie persone, tra cui minori, con cui, oltre a scambiare materiale pedopornografico, avrebbe anche avuto rapporti sessuali. Soprattutto, una delle persone coinvolte nell’indagine avrebbe detto agli investigatori di aver avuto un rapporto col professionista non solo lavorativo ma di aver avuto rapporti sessuali con l’uomo quando era minorenne.
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Secondo i giudici, dopo gli elementi raccolti sul conto di Crotti, l’arresto è la misura migliore, poiché può «contenere la spinta criminale (di Crotti) , estremamente elevata, se si considera la durata nel tempo delle condotte criminose poste in essere e l’assoluta assenza di autocontrollo. La ricerca di minori da utilizzare per il soddisfacimento delle proprie pulsioni sessuali ha avuto luogo in ogni occasione utile, senza sosta e senza alcun tipo di limitazione, addirittura con il tentativo dell’indagato di ingaggiare altri soggetti che facessero da intermediari per l’adescamento di altri minori, a cui corrispondeva una vera e propria provvigione per l’attività di mediazione».
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Crotti, a detta degli investigatori, avrebbe avuto persino un tariffario per l’acquisto e la vendita di materiale pedopornografico. La foto di un minorenne nudo poteva costare 5/7 euro, ma la cifra poteva salire dai 50 ai 150 euro, a seconda del tipo di materiale.
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