Le indagini relative all’incidente sul set di «Rust», che ha causato la morte dell’assistente alla fotografia Halyna Hutchins ed il ferimento del regista Joel Souza, proseguono. È stato ascoltato l’attore Alec Baldwin, che ha sparato senza sapere che la pistola utilizzata come oggetto di scena fosse carica. In base ad alcune testimonianze dei membri della troupe, tuttavia, non era la prima volta che ciò accadeva.
L’incidente sul set del film «Rust», che ha causato la morte della assistente alla fotografia Halyna Hutchins ed il ferimento del regista Joel Souza, si arricchisce di nuovi dettagli. La pistola che veniva usata come oggetto di scena usata dall’attore e produttore cinematografico Alec Baldwin era carica di proiettili veri, ma quest’ultimo sembrerebbe non ne fosse a conoscenza. A consegnargliela, in base a quanto emerge dagli atti dell’inchiesta, sarebbe stato l’assistente alla regia Dave Halls, il quale l’aveva identificata come una «cold gun», ovvero un’arma fredda, che nel gergo cinematografico significa scarica. Non era, tuttavia, così. Neanche quest’ultimo, che lavora da decenni nel settore, tuttavia, ne era consapevole, in base alla ricostruzione dei fatti. Di chi è, dunque, la responsabilità? Le indagini saranno necessarie a comprendere proprio questo aspetto, in modo da attribuire gli eventuali capi di accusa.
Il lavoro degli inquirenti, ad ogni modo, per il momento si sta concentrando su Alec Baldwin, ovvero colui che materialmente ha sparato il colpo di pistola che ha ucciso Halyna Hutchins e ferito Joel Souza. L’attore si è presentato spontaneamente in caserma per rilasciare la propria versione dei fatti. Non è stato arrestato è sta “collaborando pienamente” alle indagini. Provvidenziali saranno anche le testimonianze di Hannah Gutierrez-Reed, l’armiere del film (figlia dell’armiere Thell Reed, con esperienza trentennale nel mondo dell’industria cinematografica), che si è occupata di posizionare le armi nel carrello, e del regista, che è sopravvissuto nonostante sia stato colpito di striscio dal proiettile. Non è purtroppo la prima volta, ad ogni modo, che la star di Hollywood viene coinvolta in una simile tragedia. Nel 2000, durante le riprese de Il corvo 3 – Salvation, sequel di Il corvo, venne ucciso, a soli 28 anni, Brandon Lee, il figlio di Bruce Lee. Una assurda coincidenza, che lascia sgomenti.
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Quel che appare certo, a fronte delle indagini sull’incidente sul set del film «Rust», è che l’arma da cui sono provenuti i colpi che hanno causato la morte della assistente alla fotografia Halyna Hutchins non era una «cold gun», ovvero fredda e dunque scarica. Né quel giorno né in precedenza. È emerso, infatti, un precedente. Già qualche giorno prima del tragico evento, quella pistola aveva sparato due colpi. Ad utilizzarla, in quel caso, era stata però la controfigura di Alec Baldwin. L’uomo, anche in quel caso, non era stato informato del fatto che fosse carica. In quella occasione, tuttavia, non c’erano stati feriti. Lo hanno riferito alcuni testimoni al Los Angeles Times, ma non è ancora chiaro se tale versione sia stata messa a verbale. “Ci sarebbe dovuta essere un’indagine su quanto accaduto e invece non ci sono state riunioni di sicurezza. Non c’era alcuna garanzia che non sarebbe successo di nuovo. Tutto quello che volevano era correre, correre, correre”, ha detto un membro della troupe.
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A testimonianza della disattenzione sul set del film c’è il fatto che alcuni membri dello staff, in passato, avevano deciso di ritirarsi. La produzione, nonostante ciò, si difende dalle accuse. “La sicurezza del nostro cast e della troupe è la massima priorità. Anche se non siamo stati informati di alcun reclamo ufficiale riguardante la sicurezza di armi o oggetti di scena sul set, faremo una revisione interna delle nostre procedure durante il periodo dell’interruzione della produzione. Continueremo a collaborare con le autorità di Santa Fe nelle indagini e offriremo aiuti psicologici al cast e alla troupe durante questo tragico periodo”. Questo quanto riportato in una nota.
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