In Texas un bambino è stato sospeso per via di una regola che vieta ai bambini nelle scuole, di portare i capelli lunghi. I genitori adesso hanno deciso di fare causa al distretto scolastico.
Che il Texas ormai da tempo si sia candidato a diventare un vero e proprio medioevo all’interno dell’Occidente civilizzato non è certo un mistero. E dopo la legge sull’aborto, la sensazione è che davvero lo Stato situato nel sud degli Stati Uniti, stia regredendo oltre ogni limite in tema di diritti civili. L’ultimo episodio riguarda un bambino di sette anni sospeso per un mese dalla sua scuola. I genitori hanno deciso di fare causa all’istituto, che si trova a una sessantina di chilometri dalla città di Houston, a causa dell’assurdo motivo che ha portato alla sospensione del figlio: rifiutava di tagliarsi i capelli. La scuola che frequenta sembra infatti avere delle regole molto particolari sull’aspetto e il vestiario degli alunni: i capelli ad esempio, non possono risultare più lunghi “della parte inferiore del colletto della camicia, dell’orecchio e degli occhi”.
Il piccolo però sembrava tenere particolarmente alla sua chioma, e i suoi ostinati rifiuti, hanno portato la direzione scolastica a prendere la decisione di sospenderlo. Una decisione che naturalmente ha mandato su tutte le furie i genitori che a quel punto si sono rivolte all’associazione American Civil Liberties Union of Texas per intentare una causa al distretto, che farà sicuramente discutere nei prossimi mesi. D’altronde che si tratti di una pratica discriminatoria, risulta molto più che evidente. Dopo la scandalo sollevato da questa sospensione, sul tema è intervenuta Denise Meyer, portavoce del distretto coinvolto.
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La donna ha spiegato che si sta facendo il possibile per raccogliere tutte le lamentele dei genitori in merito al caso, difendendo al contempo la scelta fatta dalla scuola. Meyer ha infatti spiegato ai giornalisti che si tratta di regole che esistono da tanto tempo, e che vengono applicate da sempre in oltre metà delle scuole dello stato.
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