Sondaggi: il Pd supera la Lega, che scivola al terzo posto. Scende il M5s

Secondo il nuovo sondaggio Supermedia Agi/YouTrend, effettuato dopo la pausa dovuta al blackout sui sondaggi per le amministrative, all’interno dello scenario politico italiano ci sarebbe una novità: il Pd avrebbe superato la Lega nella raccolta dei consensi, facendo scivolare il Carroccio il terza posizione. Cosa vuol dire questo dato? E come reagirà il M5s?

enrico letta
MeteoWeek.com (Photo by Giorgio Cosulich/Getty Images)

Lo scenario politico post elezioni amministrative sembra riservare qualche sorpresa che i prossimi sondaggi potrebbero confermare o smentire: secondo il nuovo sondaggio Supermedia Agi/YouTrend, effettuato dopo la pausa dovuta alle amministrative, il Pd ha superato la Lega nella raccolta di consensi, facendola scivolare al terzo posto. Insomma, sembra proseguire l’onda lunga presa dal Partito Democratico nel corso delle votazioni (con le quali si è aggiudicato 5 importanti città su 5). Al primo posto, tuttavia, resta comunque Fratelli d’Italia che registra un 20,5% a livello nazionale, nonostante la sconfitta di Enrico Michetti a Roma. Il confronto con l’ultima analisi Supermedia risalente a più di un mese fa, alla vigilia del balckout sui sondaggi, rivela per FdI un quadro abbastanza stabile. A mutare nei sondaggi, come anticipato, è piuttosto la posizione di Lega e Pd: il partito di centrosinistra registrerebbe ora un 19,7% (+0,6 in un mese). Stando a quanto ricordato da Agi, la percentuale rappresenta il miglior risultato del partito da febbraio, prima della nascita del governo Draghi.

A calare sembra essere piuttosto la Lega, che con il suo 19% registra il dato più basso dall’inizio della legislatura. L’Italia sembra dunque trovarsi in una situazione di difficile gestione, con un grande partito di destra dato per favorito, seguito da un grande partito di centrosinistra, a sua volta seguito da un altro partito di destra. A voler ricomporre il quadro, tuttavia, l’esito del voto alle urne non sembra aver intaccato il peso complessivo delle coalizioni: il centrodestra (FdI, Lega e FI) ottiene e supera ancora il 48%, battendo il centrosinistra (27,2%) unito al M5s.

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Il peso delle amministrative

Il problema sarà piuttosto comprendere in che modo le amministrative rimoduleranno il precario equilibrio all’interno delle coalizioni. A partire da quella di centrodestra. Stando ai dati Ipsos, gli italiani riconoscono tra gli sconfitti il leader della Lega Matteo Salvini (47%) in misura maggiore rispetto agli altri leader del centrodestra. Ma anche qui, gli elettori sembrano avere opinioni diverse sui motivi della sconfitta del centrodestra. Stando a un sondaggio Emg, la maggioranza relativa degli elettori di centrodestra (39%) attribuisce la colpa a scelte sbagliate imputabili ai candidati. Tuttavia, se per il 44% degli elettori di FdI la motivazione sarebbe quella sopracitata, la percentuale scende vertiginosamente se si parla degli elettori di FI (solo il 21% di loro crede che la colpa sia dei candidati). Il 75% degli elettori di Forza Italia crede che il motivo della sconfitta risieda in una posizione di ambiguità e tolleranza nei confronti dei no-vax e No Green Pass. Questa motivazione è invece sostenuta da solo il 16% degli potenziali elettori FdI.

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Per il M5s non va benissimo

giuseppe conte
MeteoWeek.com (Photo by Stephanie Keith/Getty Images)

Ad ogni modo, tra chi scende e chi sale, c’è un’altra coalizione (o presunta tale) sulla quale sarà necessario porre l’attenzione è quella tra Pd e M5s. Se il Pd cresce, il M5s scende nuovamente sotto il 16%, riconfermando un trend negativo decisamente sotto le aspettative. Per questo il leader del Movimento Giuseppe Conte, durante l’assemblea congiunta dei Parlamentari, alza i toni, incita all’autocritica, ribadisce il perimetro politico che contraddistingue Pd e M5s. L’annuncio delle nomine dei cinque vicepresidenti che formeranno la segreteria del Movimento, infatti, è stato anticipato da un discorso duro da parte dell’ex premier: “Non possiamo assolverci, dobbiamo incassare questa lezione e decidere ciò che vogliamo fare, ciò che vogliamo essere e ciò che non vogliamo essere”. E proprio in questo quadro si inserisce il tentativo di ribadire sì la fedeltà, ma anche una certa distanza politica con il Pd: “Nessuno pensi che la nostra spinta innovatrice possa spegnersi o accomodarsi in una funzione ancillare o accessoria a chicchessia”. Ma non finisce qui.

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Conte: “Il sostegno a Draghi non è un assegno in bianco”

Nel corso dell’assemblea i toni si sono alzati anche nei confronti del governo Draghi: il sostegno al governo Draghi “non è un assegno in bianco. Pretendiamo chiarezza su una rassicurazione fatta dal presidente del Consiglio in Consiglio dei ministri, che il cashback ripartirà nel 2022 dopo una sospensione” e “se qualcuno nei partiti di maggioranza vuole fermare l’innovazione e strizzare l’occhio agli evasori non avrà da noi il tappeto rosso”. Il Movimento, ha sottolineato l’ex premier, è “generoso, il sostegno a Draghi comporta un costo politico che stiamo pagando responsabilmente e coscientemente, abbiamo preso un impegno con gli italiani, non con Draghi, per prima cosa con gli Italiani. Fin in quando l’azione di governo perseguirà questi due obiettivi (lotta al Covid e Pnrr, ndr) il nostro sostegno sarà leale e non ci interessano le variazioni del consenso, se l’obiettivo è far ripartire l’Italia e farla correre. Di certo questo non è un sostegno che nasce cieco e non muore cieco”. Insomma, le amministrative hanno segnato un solco, probabilmente ancora non visibile, che parte dalle segreterie di partito, passando per le coalizioni, fino ad arrivare al governo Draghi. Chissà se il solco riuscirà ad esser colmato prima di procurare importanti scossoni.

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