Quelle volte che una pistola “a salve” ha ucciso qualcuno nel cinema

Non solo il caso di Alec Baldwin, nel cinema l’errore di una pistola carica sul set ha ucciso anche gli attori Brandon Lee e Jon-Erik Hexum

Non è la prima volta che una pistola usato come oggetto di scena ha ucciso una persona. Il caso, ancora tutto da chiarire, della pallottola esplosa da Alec Baldwin che ha ucciso la direttrice della fotografia Halyna Hutchins e ferito il regista del film Joel Souza, è solo l’ultimo di una serie di situazioni simili e misteriose.

Il caso più celebre è probabilmente quello di Brandon Lee, il figlio allora 28enne di Bruce Lee, che durante una scena del celebre film Il Corvo del 1993 fu ferito involontariamente da un colpo di pistola mentre stava recitando, causandone la morte. Uno dei proiettili non venne privato dell’innesco e l’arma era dunque carica durante la scena. La pellicola fu ultimata grazie all’utilizzo degli effetti speciali e a immagini girate precedentemente, poi aggiunte in post-produzione.

Jon-Erik Hexum

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Un’altra morte per incidente con arma da fuoco avvenne nel 1984. L’attore Jon-Erik Hexum stava giocando con una pistola di scena durante una pausa nella lavorazione di un film. Hexum pensava che la pistola fosse caricata a salve e volendo simulare giocosamente un suicidio, si puntò l’arma alla tempia e sparò, uccidendosi involontariamente.

Pistole vere o giocattolo

Per chiarire, le pistole usate sui set cinematografici possono essere o pistole giocattolo o pistole vere caricate a salve, più credibili sul grande schermo, controllate da un tecnico specializzato, ma ovviamente con cariche che emettono solo una fiammata ma non permettono la fuoriuscita di un proiettile sennò estremamente pericoloso.

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