Varate le linee guida per il “lavoro agile” in smart-working, presenti nella bozza che il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha presentato oggi ai sindacati di categoria.
Il ministro Brunetta presentando il documento ha affermato che “Se tutto va bene lo rendiamo strutturale”, spiegando che il lavoro in smart-working “sarà totalmente implementabile dal 31 di gennaio da parte delle 32.000 pubbliche amministrazioni che ci sono in Italia, sulla base del contratto”.
Ha aggiunto poi che sarà una “forma di lavoro non più obbligata” e decisa “in ragione dell’efficienza e della soddisfazione” dei lavoratori, che nel momento più brutto della pandemia hanno tenuto a galla la Pubblica Amministrazione.
Nella bozza presentata dal Ministro si evidenzia che al lavoratore in smart-working si debba “fornire idonea dotazione tecnologica” e che “in nessun caso può essere utilizzata una utenza personale o domestica del dipendente per le ordinarie attività di servizio”.
Ma non solo, il testo indica come “per accedere alle applicazioni del proprio ente può essere utilizzata esclusivamente la connessione Internet fornita dal datore di lavoro” e “se il dipendente ha un cellulare di servizio, è possibile inoltrare le chiamate dall’interno telefonico del proprio ufficio sul cellulare di lavoro”. Un altro diritto che ha il lavoratore è il periodo di riposo di 11 ore consecutive riferito al “diritto di disconnessione“(all’art. 17, comma 6, del Ccnl 12 febbraio 2018) e a cui il lavoratore è tenuto ad attenersi. Il testo prosegue, spiegando che l’ente della Pubblica Amministrazione che aderisce allo smart-working, deve garantire “l’invarianza dei servizi resi all’utenza” e “un’adeguata rotazione del personale autorizzato alla prestazione di lavoro agile, assicurando comunque la prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza”, in sostanza non si può lavorare solo da casa ma intervallarsi casa ufficio.
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Inoltre, “l’amministrazione deve prevedere apposite modalità per consentire la raggiungibilità delle proprie applicazioni da remoto. Se le applicazioni dell’ente sono raggiungibili da remoto, ovvero sono in cloud, il dipendente può accedere tranquillamente da casa ai propri principali strumenti di lavoro”.
“Alternativamente si può ricorrere all’attivazione di una Vpn (Virtual Private Network, una rete privata virtuale che garantisce privacy, anonimato e sicurezza) verso l’ente, oppure ad accessi in desktop remoto ai server”.
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Inoltre le responsabilità delle amministrazioni non si fermano qui, perché devono fornire sistemi gestionali diretti, e occuparsi della “formazione specifica, alla protezione dei dati personali, al regime dei permessi e delle assenze ed alla compatibilità con ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale”, questo anche per tutelare i diritti del lavoratore.
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Infine il Ministro Brunetta ribadisce che le amministrazioni possono fare tutto il lavoro agile che vogliono, purché i servizi resi siano efficienti e soddisfacenti per il cittadino.
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