Manovra: taglio tasse e addio Quota 100. Resta il Reddito di Cittadinanza

In arrivo misure dal Documento programmatico di bilancio: il RdC verrà discusso ma non eliminato, taglio delle tasse per 8 miliardi

Nella prossima Manovra di Governo, Mario Draghi vuole tagliare le tasse per circa 8 miliardi di euro. La proposta è avanzata nel Dbp, il Documento programmatico di bilancio approvato all’unanimità in Consiglio dei Ministri, un testo che l’Italia deve proporre all’Europa e che definisce la cifra complessiva degli interventi. La base della Manovra prevede circa 23 miliardi euro, pari a 1,2 punti di Pil. Nel testo è previsto anche un fondo da un miliardo per ridurre le bollette di luce e gas che nelle scorse settimane hanno subito un severo rincaro dovuto ai prezzi di mercato.

I punti previsti nella Manovra contengono la cancellazione del contributo Cuaf, la cassa unica assegni familiari, che però sarà inquadrata all’interno della riforma dell’Irpef, la la proroga del superbonus al 2023 per i condomini, il rifinanziamento degli incentivi per l’edilizia, aumento ogni anno di due miliardi di euro per la Sanità fino al 2024, il finanziamento di asili nido, manutenzione delle strade e il Fondo per il trasporto pubblico locale. Infine viene aumentata la dotazione del Fondo di Finanziamento per l’Università e per la Scienza e viene creato un nuovo fondo per la ricerca applicata.

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ADDIO QUOTA 100?

Ad agitare le acque all’interno della maggioranza c’è però la ridiscussione di Quota 100 da archiviare entro il 2021, punto su cui Draghi sta tentando una mediazione con la Lega. Il Carroccio ha espresso una riserva sulla modifica della riforma pensionistica attuata nel Conte I, ma per il ministro dell’Economia Daniele Franco la previsione è quella di spostare a quota 102 per il 2022 e quota 104 nel 2023.

Sulle pensioni ci sono diverse ipotesi in ballo, ma questa sera nessuna decisione su quota 100 è stata presa, così come chiesto dai ministri della Lega. Nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico. Escludo qualsiasi ritorno alla legge Fornero” ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti, vice-segretario della Lega.

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RESTA IL REDDITO DI CITTADINANZA

Altro terreno di scontro nella maggioranza è la riduzione dei termini di accesso per il Reddito di Cittadinanza, rifinanziato per sostenere i beneficiari nel periodo più intenso della pandemia. Il Movimento 5 stelle vorrebbe che rimasse così com’è, del resto il RdC è stato il cavallo di battaglia del M5S nella campagna elettorale. Attualmente il rifinanziamento prevede una cifra di 8.8 miliardi di euro per ogni anno fino al 2023, ma la discussione è sulle politiche attive per il lavoro (vero punto debole del sussidio) e l’aumento dei controlli.

Per cominciare addio ai navigator, i fondi per la loro funzione andranno alle agenzie di lavoro interinali che si occuperanno di aiutare i percettori del Reddito nella ricerca del lavoro. Fine del sussidio dopo il terzo rifiuto, ma la prima offerta di lavoro deve essere massimo a 100 km di distanza, offrire un impiego di almeno 3 mesi e un salario superiore agli 858 euro al mese.

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Abbiamo deciso di rifinanziare ulteriormente il Reddito di cittadinanza, che è stato e continua ad essere una misura importantissima per molte famiglie, e abbiamo anche previsto dei correttivi per punire quei cittadini disonesti che pensano di poter fare i furbetti” ha dichiarato il ministro Federico D’Incà.

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