Streaming media concept
E’ stata denunciata una maxi frode ai servizi di streaming gratis illegale alle pay tv: 1.800 denunciati, multe per 300 mila euro.
E’ stata smascherata una maxi frode informatica a livello nazionale orchestrata da un varesino che ha messo nei guai anche le migliaia di persone che acquistavano pacchetti di servizi sulle «pay tv» che venivano pagati con ricariche a tessere prepagate o tramite bonifico.
Nel sito dove venivano trasmessi i programmi «in chiaro» delle principali tv a pagamento l’«imprenditore» aveva pubblicato un avvertimento dove declinava ogni responsabilità nel caso di visione dei canali, specificando ai «clienti» che la visione di tali palinsesti televisivi avrebbe potuto comportare loro dei rischi collegati ai diritti esclusivi di diffusione della proprietà intellettuale.
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Ciò nonostante, la Guardia di Finanza di Varese lo ha denunciato alla Procura della Repubblica di Milano, Sezione Reati Informatici. Il varesino è indagato per i reati di «frode informatica», «contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni» e «violazione della proprietà intellettuale». La frode si è in pratica concretizzata «nella contraffazione a fini di lucro dei marchi delle società Mediaset Premium, Sky, Dazn, Disney Channel coperti da copyright utilizzati per pubblicizzare la vendita di abbonamenti illegali su siti internet riconducibili all’indagato».
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Il giro d’affari ha totalizzato quasi 500.000 euro di proventi illeciti, frutto del «magheggio» informatico in un periodo che va dal 2017 al 2020 scoperto dai finanzieri di Gallarate. Ma a finire nei guai ci sono anche i sottoscrittori degli abbonamenti fasulli, 1.800 clienti denunciati in tutta Italia che dovranno rispondere del reato di «ricettazione» e per i quali sono previste sanzioni complessive per 300.000 euro.
Attraverso i contatti presenti sui siti internet l’offerente gestiva le richieste di informazioni e la stipula dei contratti di abbonamento con i singoli clienti che in seguito alla comunicazione del «MAC Address», ricevevano il numero dell’ordine con gli estremi per l’esecuzione dei pagamenti. L’ideatore del sistema è stato denunciato anche per il reato di «omessa dichiarazione» delle imposte sui redditi: è un 70enne residente in un paese della provincia di Varese. I pacchetti di abbonamento venivano messi in vendita sui siti «iptvpanamacity» e «tvstreamingitalia».
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