Nella giornata di ieri, 17 ottobre, in diverse città italiane sono state riaperte le urne per il secondo turno delle elezioni comunali 2021. I seggi chiuderanno alle 15. Al momento, gli unici dati conosciuti sono quelli relativi all’affluenza, che registra un netto calo rispetto all’affluenza alla chiusura della prima giornata di voto al primo turno: solo il 33,33% dei votanti ieri si è recato alle urne, oltre un 6% in meno rispetto al primo turno.
Se c’è una cosa ormai chiara, è che il primo sconfitto di queste amministrative è la partecipazione al gioco democratico. Se la prima giornata del primo turno (3 ottobre) aveva registrato un’affluenza poco soddisfacente (circa il 39,86% degli elettori), il secondo turno mostra un quadro ancora peggiore: la prima giornata del secondo turno – conclusasi il 17 ottobre – registra una percentuale ancora inferiore, pari al 33,33% dei votanti per l’elezione dei sindaci in 63 città, con un calo di oltre il 6% rispetto alla prima giornata del primo turno. Il dato, che riguarda i 5 milioni di italiani chiamati al voto, è stato diffuso dal Viminale ma non tiene conto delle comunali in Friuli-Venezia Giulia, dove si tengono altri due ballottaggi. L’affluenza pare in linea con il dato nazionale nelle due principali città al voto: a Roma il 30,9% dei romani si è recato a votare (erano il 36,8% al primo turno), mentre a Torino l’affluenza di ieri è stata del 32,8% (36,5% al primo turno). Per i dati definitivi, tuttavia, bisognerà attendere la chiusura dei seggi prevista per le 15 di oggi, 18 ottobre. Ad ogni modo, una cosa possiamo già dirla: in un clima politico incandescente, alimentato dagli scontri no Green Pass, a loro volta capitalizzati dalle varie forze politiche, la disaffezione al voto resta un sintomo importante sul benessere della democrazia italiana. E i dati confermano di volta in volta il suo stato di salute precario.
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Ma quali sono i dati delle principali città chiamate al voto? Partiamo da Roma. La capitale ha chiamato nelle urne circa 2,3 milioni di elettori, che al primo turno hanno espresso un 30,1% di preferenze per il candidato del centrodestra Enrico Michetti e un 27% di preferenze per il candidato di centrosinistra Roberto Gualtieri. Al secondo turno, l’affezione al voto cala ancora: nella giornata di ieri si è recato a votare circa un elettore su tre. A Torino sono stati chiamati nelle urne, invece, 685mila elettori, che avranno il compito di scegliere tra Stefano Lo Russo del centrosinistra (43,9% di preferenze al primo turno) e Stefano Damilano del centrodestra (38,9% al primo turno). A Trieste la sfida riguarderà, invece, il sindaco uscente del centrodestra Roberto Dipiazza (46,9% al primo turno) e il candidato del centrosinistra Francesco Russo (31,6%). Seguono poi le altre realtà, come: Savona in cui si sfideranno Marco Russo del centrosinistra (47,8% al primo turno) e Angelo Schirru del centrodestra (37,3%); Latina, con il candidato di centrosinistra Damiano Coletta (35,7%) e Vincenzo Zaccheo (48,3%); Benevento, con l’ex ministro Clemente Mastella candidato di centrosinistra (49,4%) e Luigi Perifano candidato di centrodestra (32,4%). A queste città si aggiungono Caserta, Cosenza, Varese e Isernia. Il voto nelle ultime due città potrebbe essere particolarmente significativo: Varese e Isernia rappresentano altri laboratori nei quali si sta mettendo alla prova l’asse Pd-M5s, che ha già ottenuto un buon risultato a Bologna (dove ha visto il sindaco del Pd Matteo Lepore in alleanza con i pentastellati) e che sta incontrando diverse criticità nella capitale, dove Gualtieri e Raggi si sono sfidati al primo turno e dove sarà necessario comprendere che ruolo avrà il M5s in caso di vittoria da parte di Gualtieri.
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Prima di ogni ipotesi, ad ogni modo, è necessario aspettare i primi exit poll, che arriveranno subito dopo la chiusura dei seggi alle ore 15 della giornata di oggi. Solo in un secondo momento si passerà alle vere e proprie proiezioni che si basano su dati reali di sezioni campione (a differenza degli exit poll che sono invece realizzati tramite le interviste agli elettori all’ingresso dei seggi). I veri risultati definitivi, comunque, arriveranno con ogni probabilità nel tardo pomeriggio: il lavoro degli scrutinatori sarà più leggero rispetto al primo turno perché in questo caso il conteggio da effettuare sarà solo uno (il numero dei voti di un candidato sindaco e il numero dei voti dello sfidante). Ovviamente, all’interno di questo quadro ogni caso è un mondo a sé: maggiore sarà il divario emerso nel corso degli exit poll, maggiore sarà la prevedibilità del risultato finale e – di riflesso – maggiore sarà la rapidità con la quale verrà annunciato il nuovo sindaco.
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