Polemiche dopo che ad Amici sarebbe stata tagliata la parola “Malafemmena” dalla canzone su cui ha ballato Francesca Tocca.
Chi l’avrebbe detto che “Malafemmena” avrebbe scatenato una polemica direttamente ad Amici, la nota trasmissione condotta da Maria De Filippi. Secondo le accuse, durante la puntata il testo della canzone sarebbe stato censurato. Ad accorgersi di questo particolare era stato Gianni Valentino, curatore del progetto Totò Poetry Culture, che aveva lamentato, attraverso i social network, la censura del titolo della canzone, per ben due volte durante il ballo della professionista Francesca Tocca. Si è dunque ipotizzato che il talent avesse voluto rispettare il politically correct. Subito, sono arrivati i chiarimenti della produzione. “In questi giorni circola un’assurda polemica tra web e carta stampata, sull’eventualità che ad Amici si sia sentita l’esigenza di censurare la canzone di Totò, Malafemmena. Una canzone che ad Amici è stata eseguita mille volte nel corso degli anni, con o senza la strofa contenente la parola malafemmena”, si legge in un comunicato di Amici.
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Nel comunicato condiviso sui social, si legge che “nella circostanza a cui si riferisce la polemica, il brano è stato tagliato a circa un minuto o poco più, come è d’abitudine per l’esecuzione delle coreografie e di fatto, sia per stare nel tempo richiesto che per mantenere integra la melodia che tutti conosciamo, sono venute via due strofe centrali, oltre che la fine del brano”. Inoltre, si sottolinea come malafemmena sia stata annunciata introducendo la coreografia… “Francesca esegue una coreografia sulle note di Malafemmena. Quindi secondo i critici, tagliamo la parola ma la utilizziamo per introdurre il brano. Saremmo quindi censori e cretini… Nulla di grave, però rimane una questione aperta: se il curatore del progetto Totò Poetry Culture, Gianni Valentino (che ha dato il la alla polemica), può incappare in un sonoro errore, come è possibile che esimi giornalisti si prendano la briga di scrivere paginate sull’argomento senza nemmeno controllare l’accaduto?”, ha scritto la produzione smentendo le accuse nel modo più semplice che ci sia: richiamare i fatti. Poi, conclude: “Come diceva Totò, la vita è fatta di cose reali e di cose supposte: se le reali le mettiamo da una parte, le supposte dove le mettiamo?”
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Non si può dire, insomma, che Maria non abbia la risposta pronta alle accuse. Questa volta, del politically correct non c’è neanche il fiuto. “Malafemmena” non è solo una prostituta, una donna di malaffare, ma anche una femme fatale. Malafemmena, però, è anche un pezzo di storia, un pezzo d’Italia fin da quando, nel 1951, Totò scriveva uno dei pezzi destinato a fare la fortuna del panorama musicale italiano. Perché, allora, avrebbe dovuto essere censurata. Come sempre, l’appello al politically correct diventa un’ ossessione che genera polemiche sterili e privi di senso.