È fissata per venerdì l’udienza preliminare per i 15 imputati. Subito dopo lo scandalo di Villa Inferno a far scalpore oggi è un’altra inchiesta che potrebbe gettare luce su quel mondo oscuro fatto di festini a base di droga e sesso con la presenza di minorenni.
Dalla villa con sauna e piscina di Pianoro – “dove la cocaina si trovava anche in cucina” e dove scene di sesso con una diciassettenne venivano filmate e divulgate – a via San Mamolo e ai colli dove due Procure sono al lavoro da mesi. Dopo una prima contestazione di spaccio, oggi ipotizzano un’altra pesantissima scusa: l’articolo 600 bis del codice penale: prostituzione minorile “nel corso dell’anno 2020 e nell’attualità”. Cinque gli indagati chiamati a rispondere di aver ceduto sostanza stupefacente e indotto ragazzine alla prostituzione. Una vicenda esplosa alcuni mesi fa sui colli, dove i protagonisti sono soprattutto i figli di famiglie della media e alta borghesia. Amici o semplici conoscenti che si ritrovano a casa, in qualche locale, in strada dopo mesi di chiusure e solitudini. E a quelle serate gira soprattutto hashish e marijuana, ma anche cocaina e sostanza sintetica.
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Proprio durante uno di quelle occasioni una ragazzina di 17 anni si sente male, e portata in ospedale serviranno pochi accertamenti per capire il motivo del suo stato. Ne uscirà poche ore più tardi con un certificato medico ora agli atti. A far partire le indagini dei carabinieri di Bologna è la madre della ragazzina che denuncia le sue condizioni, le frequentazioni, i luoghi dei ritrovi. Ma parla anche di atteggiamenti aggressivi subiti dalla stessa figlia, indagata a sua volta ma in un’altra inchiesta per maltrattamenti. Iniziano interrogatori, perquisizioni, sequestri di apparecchi telefonici, viavai in caserma o negli uffici del pm dei minori Caterina Salusti.
Il primo a finire nella rete è un bolognese all’epoca dei fatti 17enne che vive in una villetta di via San Mamolo dove in più occasioni la ragazzina (che con lui intratteneva una relazione) e altri amici si sarebbero trovati per fare serata. In quella villa viene ritrovata una modica quantità di droga sintetica sufficiente per iscriverlo nel registro degli indagati. L’accusa è di detenzione a fine di cessione di sostanza all’amica che poi accuserà il malore.
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Parte investigativa chiusa appena pochi giorni con la notifica del fine indagine al neomaggiorenne. Nel calderone finisce anche un amico di 17 anni, già interrogato nelle settimane scorse. Poi il primo colpo di scena: un fascicolo ’gemello’ aperto questa volta dalla Procura ordinaria che vede iscritte tre persone (tra i 45 e 55 anni) che la scorsa notte, sono state destinatarie di perquisizioni personali e domiciliari, con decreto firmato dal pm Massimiliano Rossi, dai carabinieri della stazione Bertalia durante le quali sono stati sequestrati telefoni, pc e altro materiale ritenuto d’interesse.
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