Ondata Covid mai registrata, sistema sanitario in crisi. C’è scarsità di rifornimenti, mancano ossigeno e anche tamponi
Il nordovest della Siria è interessato da un’ondata mai registrata di Coronavirus e il sistema sanitario è in crisi. C’è grande scarsità di rifornimenti di ossigeno e di tamponi per diagnosticare la malattia. È quanto ha denunciato Medici Senza Frontiere, secondo cui il sistema sanitario siriano non sostiene più questa situazione, mentre nel nordest il virus dilaga destando grande preoccupazione.
Solo lo scorso mese, i casi appurati di Covid nel nordovest erano 73mila, mentre a fine agosto erano 39mila. Un raddoppio preoccupante. «In questa seconda ondata è stato raggiunto un picco di 1.500 casi al giorno, mentre nelle ondate precedenti non si sono mai superati i 600 casi giornalieri», spiega Francisco Otero y Villar, a capo della missione di Medici Senza Frontiere in Siria.
«Nelle strutture che gestiamo e supportiamo vediamo con i nostri occhi la portata di questa nuova ondata: ci sono lunghe code di pazienti che hanno un disperato bisogno di ossigeno o di cure intensive, perché non ci sono più letti o ventilatori a disposizione, e quindi il tasso di mortalità è più alto rispetto alle scorse ondate», prosegue Villar nella spiegazione, «Ad Afrin, il 44% dei pazienti attualmente ammessi in un centro supportato da Msf ha un’età compresa tra i 16 e i 40 anni. Questo significa che anche chi prima credeva di essere relativamente al sicuro, ora sta contraendo il virus in forma grave».
«Per rispondere a questa nuova ondata di Covid-19, Msf collabora con un’organizzazione locale e assiste i casi sospetti o confermati nei centri di trattamento di Hassakeh e Raqqa», dice Hanna Majanen, responsabile emergenze mediche Siria per Msf. «Abbiamo sempre più bisogno di ossigeno e se i numeri aumenteranno o continueranno a questo ritmo, temiamo di non poter soddisfare le necessità di tutti i pazienti».
Leggi anche:—>Federfarma: tampone gratis a chi prenota la vaccinazione
Il sistema sanitario del nord della Siria aveva già delle forti carenze prima dell’emergenza Covid e poteva contare solo sugli aiuti umanitari, ma ora le strutture non sono più in gradi di reggere questa nuova ondata così forte.
Leggi anche:—>«Tamponi prenotati fino a dicembre», le farmacie venete sotto pressione
Ecco perché Medici Senza Frontiere chiede di sostenere gli operatori sanitari fornendo tutto l’occorrente per diagnosticare il Covid, l’ossigeno e gli strumenti necessari a far crescere la capienza degli ospedali, nonché estendere la copertura vaccinale.