Il nuovo premier libanese ha deciso di indire il lutto nazionale dopo i sei morti provocati dagli scontri nella capitale. Gli sciiti erano scesi in piazza a protestare contro il giudice che si occupa dell’inchiesta sull’esplosione del porto e la situazione nella nazione, è sempre più tesa
Com’era prevedibile, il governo alla fine ha deciso di proclamare in Libano giornata di lutto nazionale. Una scelta presa a distanza di un giorno dai morti scatenati dalla guerra civile che imperversa a Beirut e che nella giornata di ieri ha provocato sei morti e più di trenta feriti. Gli sciiti erano scesi in piazza a protestare con il giudice che sta attualmente conducendo l’inchiesta sulla terribile esplosione che, nel 4 Agosto dello scorso anno, ha cambiato per sempre la storia della capitale Beirut.
Difficile non avvertire una morsa allo stomaco nel ripensare alle immagini trasmesse in mondovisione poco più di un anno fa, più simili a un attacco atomico che a un’esplosione causata da un “banale” incidente. E adesso, a continuare ad agitare gli animi all’interno della capitale vi è questa nuova guerra civile. Il premier Najib, nell’annunciare il lutto nazionale, ha lanciato anche un appello alla comunità, affinché questa escalation di violenza possa finire. L’invito ai rivoltosi, è quello di cercare di instaurare un dialogo pacifico con il nuovo governo. Il portavoce del dipartimento di stato Ned Price, in proposito ha dichiarato quanto “il bene e il futuro della democrazia del Libano dipendano dalla capacità dei suoi cittadini di affrontare le questioni difficili con fiducia e convinzione nello stato di diritto e attraverso il dialogo pacifico con il nuovo governo”.
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Dopo gli scontri di ieri, gli Stati Uniti hanno espresso solidarietà al governo libico augurandosi che il sistema giudiziario della Libia si ponga in modo realmente indipendente alla luce di una protesta che ha avuto un giudice come principale bersaglio. Antoine Guterres, segretario generale dell’Onu, ha lanciato un appello affinché si metta fine alla guerra civile in Libano, chiedendo però al contempo che le indagini in merito alla devastante esplosione dello scorso anno, vengano condotte con attestata imparzialità.
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