La nonna ha denunciato alla polizia di Tel Aviv Aya Biran per furto, dicendo che avrebbe rubato gioielli, ipad ecc. da casa di Eitan
Ieri i legali delle due famiglie hanno consegnato le memorie. Il magistrato ha ascoltato le varie testimonianze per tre giorni la scorsa settimana e ora avrà tempo per pronunciarsi fino a giovedì o venerdì prossimo in merito alla questione Eitan. Intanto la famiglia Peleg, da parte della madre del piccolo, consigliata dai legali, ha ideato un’altra mossa che toglie ogni possibile accordo tra le due contendenti.
La nonna di Eitan, Esther Cohen, mamma di Tal, deceduta nell’incidente occorso sul Mottarone lo scorso maggio, ha denunciato la zia del bimbo, Aya Biran alla polizia di Tel Aviv affermando che avrebbe rubato gioielli, ipad, macchine fotografiche dalla casa dei genitori di Eitan (il padre del bimbo, Amit, morto nell’incidente del Mottarone, è il fratello di Aya Biran). La donna accusa inoltre Aya di aver utilizzato in modo illegale i loro pc e smartphone.
La nonna accusa la zia Aya di aver usato i soldi della raccolta fondi in Italia per l’assistenza legale e non per le cure psicologiche di Eitan. I legali della famiglia Biran rimandano al mittente ogni accusa e si sono rivolti al tribunale della Famiglia di Tel Aviv chiedendo che venga applicata la Convenzione de L’Aja e ciò che si prevede in caso di rapimento di minori.
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È stato il nonno materno di Eitan, ex marito di Esther, a portarlo in Israele su un aereo privato tramite Lugano senza avvisare e senza l’autorizzazione di Aya, nominata tutrice legale di Eitan.
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Gli analisti del posto ritengono che sul fatto del sequestro è difficile che il magistrato non dia ragione alla famiglia Biran, ecco perché, a loro detta, la denuncia alla polizia contro la zia Aya. La donna così rischierebbe di dover restare in Israele con un’inchiesta in corso, mentre tra le richieste avanzate in udienza c’è che Eitan torni subito in Italia con lei.