La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per quasi 800mila euro a sei indagati per sfruttamento della prostituzione e riciclaggio
Sequestro per un totale di 780mila euro ai danni di sei persone accusate di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e falso ideologico e materiale. L’esecuzione è stata emessa dal tribunale di La Spezia che ha disposto per gli accusati del sequestro dei beni immobili e finanziari.
Gli investigatori della Guardia di Finanza che lavoravano al caso dal 2019 hanno seguito il flusso anomalo di denaro, insospettiti dall’enorme attità sviluppata su carte di pagamento postepay, intestate a domiciliati su tutto il territorio nazionale ma poi rivelatesi in uso effettivo agli indagati. Carte che servivano per i pagamenti della prostituzione da cui ricevevano lauti guadagni per l’organizzazione criminale.
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Le donne utilizzate per gli affari effettuavano le ricariche sulle carte per ottenere la pubblicazione su noti siti di incontri personali, di annunci accuratamente confezionati e gestiti a cura dell’organizzazione, che impiegava le somme accreditate sulle carte in parte per sostenere le spese di pubblicazione e in parte per effettuare investimenti in cripotovalute.
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