Nuova giornata di tensioni a Beirut. Il Jerusalem Post ha riportato che vi sono ameno 32 feriti dopo gli spari registrati durante una protesta, davanti al Palazzo di Giustizia di Beirut, di sostenitori di Hezbollah contro il giudice Tarek Bitar titolare dell’inchiesta sulla devastante esplosione del 4 agosto dello scorso anno nel porto della capitale libanese.
Al momento il bilancio è di almeno sei morti e 32 feriti.
L’esercito libanese ha chiesto ai civili di abbandonare le aree interessate dalle tensioni. Su Twitter, come riportato dall’agenzia Nna, l’esercito ha avvertito che le unità dispiegate nelle aree dove si registrano tensioni “apriranno il fuoco contro qualsiasi persona armata in strada e contro chiunque spari da qualsiasi direzione”, chiedendo ai civili di lasciare le strade.
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Secondo un testimone citato dall’agenzia Dpa gli spari sarebbero arrivati da un edificio nella zona di Tayouneh e poi sono scoppiate le violenze. Sarebbero stati usati anche lanciarazzi. Le dinamiche dell’escalation in un Paese attraversato dalla peggiore crisi economica degli ultimi 30 anni non sono ancora chiare. Hezbollah e Amal hanno accusato “cecchini posizionati sui tetti” di aver aperto il fuoco contro “manifestanti pacifici” denunciando un “attacco di gruppi armati e organizzati per trascinare il Paese in uno scontro”.
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