Sgominata banda criminale in quel di Milano, oltre 50 i denunciati dalla Polizia postale: percepivano reddito di cittadinanza con documentazione falsa realizzata ad hoc, ma non sapevano nemmeno parlare italiano.
Continuano le operazioni di controllo su tutto il territorio italiano per identificare i cosiddetti “furbetti” del Reddito di cittadinanza. Nelle scorse ore, in quel di Milano, le forze dell’ordine sono riuscire sgominare una banda criminale composta da cittadini stranieri. Sarebbero oltre 50 le persone denunciate alle autorità: i soggetti, infatti, intascavano indebitamente il reddito di cittadinanza grazie a diversi documenti falsi realizzati ad hoc di persone aventi titolo. La Polizia di Stato è quindi riuscita ad individuare e a bloccare l’organizzazione attraverso un’indagine già avviata a fine 2020.
Secondo quanto si apprende dal report ufficiale delle forze dell’ordine, il compartimento Polizia postale e delle comunicazioni di Milano ha dato avvio a un’indagine che ha infine portato all’individuazione di oltre cinquanta soggetti definiti “furbetti” del Reddito di cittadinanza. Sono 50 le persone finite sotto denuncia, e che hanno percepito – o tentato di percepire- il sussidio statale senza averne diritto.
Come viene ricostruito, i soggetti in questione si presentavano agli uffici postali di Milano per incassare il reddito pur non sapendo nemmeno parlare italiano. Si trattava di una vera e propria banda criminale, una solida organizzazione che si occupava di gestire l’ingresso in Italia di soggetti provenienti da paesi quali Romania, Austria e anche Germania. Gli stessi, poi, si recavano presso gli uffici postali del capoluogo lombardo al fine di ricevere la card, che ritiravano dietro presentazione di documenti falsificati ad hoc.
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L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e dal servizio polizia postale e della comunicazioni di Roma. Le operazioni erano già iniziate nel settembre del 2020, e hanno portato anche all’arresto di due soggetti. Alla luce di quanto rinvenuto con 8 perquisizioni, infatti, entrambi sono stati trovati in possesso di documentazione falsa, carte prepagate, ricevute di presentazione dell’istanza del reddito di cittadinanza, nonché di messaggi che gli interessati si scambiavano via chat per concordare viaggi e permanenza sul territorio con gli altri cittadini stranieri.
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