Secondo la Fondazione Gimbe “il Governo deve prendere in considerazione l’obbligo vaccinale“. I tamponi infatti non basteranno per tutti
Da domani scatta l’obbligo di Green Pass sul posto di lavoro e il rischio caos è davvero concreto. In Italia infatti vi sono quasi 3milioni e 800mila lavoratori privi di vaccinazione, ,sia del settore pubblico che privato, cosa che li costringerà a ricorrere all’uso del tampone per coprire il lasciapassare verde nelle successive 48 ore. Le aziende farmaceutiche si stanno attrezzando, ma il rischio è che non vi siano sufficienti tamponi per tutti.
Secondo i dati analizzati nel report della Fondazione Gimbe con il monitoraggio della situazione epidemiologica relativo alla settimana 6-12 ottobre, serviranno “oltre 175mila tamponi rapidi al giorno” e che il “crollo dei nuovi vaccinati indica da settimane uno zoccolo duro di popolazione non intenzionata a vaccinarsi, tra cui 3,8 milioni di lavoratori. I modesti risultati ottenuti con la progressiva espansione del Green Pass e il rischio caos tamponi invitano a valutare l’introduzione dell’obbligo vaccinale“.
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Per la Fondazione Gimbe quindi stop al Green Pass e sì all’obbligo vaccinale per tutti, una soluzione che porrebbe rimedio al rischio di insufficiente materiale sanitario e darebbe una definitiva sterzata alla fine della pandemia, almeno in Italia. Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, inoltre evidenzia che “alla vigilia del 15 ottobre la politica e il mondo del lavoro devono fare i conti con alcune ragionevoli certezze. Innanzitutto, almeno nel breve termine, l’attuale sistema che punta su farmacie e centri autorizzati non potrà garantire un’adeguata offerta di tamponi antigenici rapidi a prezzo calmierato; in secondo luogo le proposte avanzate negli ultimi giorni (estendere validità dei tamponi a 72 ore, tamponi ‘fai da te’), oltre a non avere basi scientifiche presentano rischi di tipo sia sanitario, sia medico-legale e assicurativo; infine, il numero dei nuovi vaccinati già da alcune settimane lasciava presagire un consistente ‘zoccolo duro’ di lavoratori che, nonostante l’approssimarsi del 15 ottobre, non intende vaccinarsi volontariamente“.
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“Considerato che la ‘spinta gentile’ del Green pass non ha prodotto i risultati auspicati e che da domani si rischia il caos con centinaia di migliaia di lavoratori sprovvisti della certificazione verde di fatto impossibilitati a effettuare un tampone – conclude dunque Cartabellotta –, il Governo deve prendere in considerazione l’obbligo vaccinale, consentendo l’uso del tampone per ottenere il Green Pass solo dopo la prenotazione del vaccino e fino a due settimane dopo la somministrazione della prima dose“.