Elezioni Roma, Michetti e Gualtieri: il punto sui candidati al ballottaggio [VIDEO]

Le elezioni di Roma stanno per concludersi: 17 e 18 ottobre si vota il ballottaggio tra Enrico Michetti (cdx) e Roberto Gualtieri (csx). 

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Elezioni Roma, Michetti e Gualtieri: il punto sui candidati al ballottaggio – www.meteoweek.com – I due candidati alle elezioni di Roma finiti al ballottaggio: Enrico Michetti (cdx) e Roberto Gualtieri (csx).

Manca sempre meno. Il giorno – anzi la due giorni – dedicato al ballottaggio per le elezioni amministrative di Roma 2021si avvicina. I prossimi domenica 17 (dalle ore 07.00 alle ore 23.00) e lunedì 18 ottobre (dalle ore 07.00 alle ore 15.00) i romani saranno chiamati alle urne per scegliere il nuovo sindaco della Capitale. Sperando in un’affluenza migliore, dal momento che al primo turno si è abbassata fino 48,83 per cento degli aventi diritto. Una volta chiuse, inizierà immediatamente lo spoglio dei voti. La sfida è tra il candidato di centrodestra Enrico Michetti e il candidato di centrosinistra Roberto Gualtieri.

Com’è andato il primo turno per il candidato di centrodestra Enrico Michetti

Michetti è risultato il “vincitore” del primo turno, raggiungendo il 30,15 per cento di preferenze. Curiosa la spartizione dei voti romani all’interno della coalizione composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. La lista Giorgia Meloni Fratelli d’Italia ha infatti contribuito ad attirare il 17,43 per cento dei voti totali, distaccandosi nettamente dalle altre liste. In confronto, la Lega di Matteo Salvini è inesistente. E non solo nel paragone con FdI, anche nel paragone con se stessa. Con il suo 5,93 per cento di preferenza, è terribile il ricordo delle europee del 2019, quando la Lega sforò il 25 per cento, e delle politiche del 2018, quando il Carroccio aveva conquistato il cuore delle periferie. Nel giro di tre anni, a Tor Bella Monaca, è passata dal 37 per cento al 9 per cento. Forza Italia infine conferma il suo declino e si ferma al 3,59 per cento, poco sopra la lista Michetti, arrivata a quota 2,47 per cento.

Com’è andato il primo turno per il candidato di centrosinistra Roberto Gualtieri

Con un leggero distacco dal primo, Gualtieri si è posizionato secondo ottenendo il 27,03 per cento dei consensi. Un buon risultato, tutto sommato, per il candidato del centrosinistra. Soprattutto considerato il rischio di dispersione dei voti tra le liste che sostenevano la sindaca uscente Virginia Raggi, del Movimento 5 stelle, o Carlo Calenda, leader di Azione. Il centrosinistra, così come il centrodestra, non ha siglato nessun apparentamento ufficiale con altre liste entro i termini previsti dalla legge. Quindi né l’una né l’altro hanno fatto un endorsement formale a Gualtieri. L’ex ministro, tuttavia, ne ha ricevuto il sostegno informale. Almeno nel caso di Calenda. Nel caso di Raggi, non è stata la sindaca uscente, ma il numero uno dei pentastellati, l’ex premier Giuseppe Conte.

Calenda e il Movimento 5 stelle sostengono il candidato di centrosinistra Gualtieri

Il primo ad annunciare che al ballottaggio avrebbe votato Gualtieri è stato il leader di Azione. Ma non prima di essersi fatto assicurare che – in caso di vittoria – non avrebbe accolto cinquestelle nella Giunta capitolina. “La mia valutazione sul PD romano rimane la stessa, ma Michetti a fare il sindaco anche no. Per questo non posso che votare Roberto Gualtieri. Non lo avrei fatto senza la garanzia che non ci saranno 5S in giunta, ha dichiarato pochi giorni fa Calenda. E nonostante abbia chiarito che è solo la sua opinione, e non un consiglio per i suoi elettori, è una mossa che sa tanto di indicazione di voto. La garanzia di un sostegno è arrivata poco dopo anche dal Movimento 5 stelle. A darla è stato il leader Giuseppe Conte, che durante la trasmissione di La7 ‘Di Martedì’ ha annunciato che voterà Gualtieri. E anche lui ha aggiunto subito dopo: “Io da cittadino romano ho a cuore il bene della Capitale. Tra Gualtieri e Michetti, conosco Gualtieri, Michetti non mi dà alcuna affidabilità. Andrò a votare per Gualtieri, non sto dicendo che il M5s deve andare a farlo, gli elettori non sono pacchi postali”. Il suo appoggio però non è piaciuto alla sindaca Virginia Raggi che, essendo in “guerra aperta” con l’ala romana del Partito democratico, ha dichiarato che non sosterrà nessuno dei due candidati al ballottaggio. Sarà all’opposizione in Aula.

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L’ultima gaffe del candidato di centrodestra Enrico Michetti

Mentre Gualtieri colleziona consensi politici, a Michetti sembra non andargliene bene una. Dopo una serie anche piuttosto lunga di gaffe che ha caratterizzato la sua campagna elettorale, il candidato di centrodestra è di nuovo su tutti i giornali per l’ennesima dichiarazione controversa sulle sue ideologie politiche. In un suo vecchio intervento radiofonico, Michetti ha sostenuto che lo sviluppo industriale sia stato fortemente agevolato dalle guerre. E lo ha detto portando come esempio virtuoso la Germania di Hitler. “Prendete la Wehrmacht con un albero di traverso del diametro di 90 centimetri su una sede stradale a doppia carreggiata del tempo, per cui 10 metri. Per rimuoverlo, nel 1937, ci metteva 28 minuti. Senza utilizzare l’esplosivo. Nel 1942 lo stesso albero veniva rimosso in 4 minuti. Nel 1969 la Wehrmacht di Brema non riusciva a scendere sotto i 3 minuti”, ha detto.

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E ha continuato: “Questo fa capire che il territorio di guerra specializza, è la parte operativa, è quella che dà sensibilità, dà esperienza, dà capacità. Quando i rappresentanti del popolo non contano più niente, vuol dire che c’è un’oligarchia che sta governando. E quando questa oligarchia serra i ranghi non serve più neanche l’oligarchia. Serve un uomo forte. Quando la situazione degenera, entra nel caos, serve un uomo forte che rimetta in ordine il Paese. E così si accede alle dittature, è stato l’intervento di Michetti alla radio.

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