Il 15 ottobre è ormai vicino. Il governo non cede di un passo neanche dopo le violenze di sabato: il Green Pass diventerà obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro.
Quanti sono effettivamente gli italiani che non sono ancora muniti del certificato verde e che quindi rischierebbero lo stipendio? Dal 15 ottobre chi non avrà il green pass sarà considerato assente ingiustificato dal lavoro: non scatterà la sospensione ma ci sarà il blocco dello stipendio, anche se con il diritto alla conservazione del posto di lavoro. Per chi viene trovato al lavoro senza il certificato è prevista una multa da 600 a 1.500 euro. Per i datori di lavoro che non controllano la sanzione va da 400 a mille euro. Fino al 31 dicembre, chi non può’ vaccinarsi potrà fare il tampone gratis – e per questo il decreto stanzia 105 milioni – mentre per tutti gli altri il costo sarà di 15 euro, che scende a 8 per i minori di 18 anni. Chi non è vaccinato per ottenere il green pass dovrà quindi fare un tampone ogni due giorni se si fa il rapido, ogni tre se si sceglie il molecolare.
Ma quante sono le persone che ancora non hanno fatto il vaccino e rischiano di trovarsi in questa situazione? Spostiamoci sul fronte vaccini, al momento sono state vaccinate 45.765.288 persone (Dati Istat). La popolazione italiana ammonta a 60.061.254 persone e quelle vaccinate con almeno una dose sono quindi il 72,19% della popolazione. C’è poi da escludere tutta la percentuale di soggetti non inclusi nella campagna vaccinale, gli under 12: In Italia la fascia di persone da 0 a 12 anni conta 5.498.288 persone. Questo significa che circa il 9,15% della popolazione è under 12, la platea dei vaccinati sale così all’81,34% (almeno parzialmente vaccinati).
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Questo dato non è sufficiente poiché da questi vanno sottratti coloro che non sono lavoratori. Non lo sono certamente i soggetti nella fascia d’età tra i 12 e i 18 anni ma molto probabilmente neanche quelli nella fascia da 12 a 18 anni, poiché il dato dei diciottenni lavoratori oggi in Italia è molto basso. A questi andrebbero inoltre sottratti anche i pensionati, ossia persone che non sono vaccinate, ma che sono già in pensione. La percentuale di lavoratori che rischia di perdere lo stipendio se non si sottopone a tampone non è quindi alta in termini assoluti. Alcune stime parlano di 2,5 milioni di lavoratori, ovviamente il problema richiede comunque una soluzione anche qualora la percentuale dovesse essere ancora più esigua. La preoccupazione principale oggi è comunque legata al numero di lavoratori non vaccinati che dovranno sottoporsi al tampone in rapporto alla media settimanale dei tamponi processati nell’ultimo mese, sempre sotto quota 300mila.
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A parlarne è stato il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «la stima dei lavoratori non vaccinati – ha detto – è di 300-350mila persone. Una cifra insostenibile visto che attualmente, si fanno 60mila test al giorno. Non c’è dunque la capacità «di controllare tutti i non vaccinati ogni due giorni». E se il Veneto non è in grado di farlo «non ce la faranno nemmeno le altre Regioni».Sempre Zaia ha proposto una possibile soluzione: consentire di fare i test fai da te, cioè i tamponi nasali, nelle aziende, «con la sorveglianza delle imprese». Il costo resterebbe a carico dei lavoratori, anche se tra gli imprenditori «c’è chi è anche disposto a pagarli di tasca sua». Dal fronte Lega arriva la proposta di Matteo Salvini di allungare a 72 ore il tempo minimo di validità del certificato verde.