«Il disastro peggiore nella storia della sanità britannica»: così è stato definito l’operato del governo di Boris Johnson dalla Commissione Parlamentare per la Sanità e quella per la Scienza del Parlamento di Westminster. Un «disastro» che è «costato decine di migliaia di morti che potevano essere salvati» si legge sul rapporto.
Il report
Si tratta di un report di 15o pagine in cui vengono ufficializzate, nero su bianco, tutte le critiche che in passato sono state rivolte a Johnson. Il riferimento è soprattutto alla strategia adottata da Boris Johnson durante la prima settimana di pandemia nel 2020:: l’immunità di gregge. In quel periodo, poi, non vi era ancora alcun vaccino a cui affidarsi. Una strategia che, come sottolineano le Commissioni di indagine, ha portato a migliaia di morti che, in realtà, «potevano essere salvati». Altrettante critiche sono state rivolte al Comitato Scientifico che non avrebbe dato giusto peso a ciò che stata accadendo.
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Nel report, gli esperti scrivono: «L’approccio iniziale del governo era quello di arrivare a una immunità di gregge attraverso le infezioni». In questo modo, quindi, si è dato al Coronavirus la possibilità di girare liberamente anche quando negli altri Paesi la situazione si presentava tutt’altro che serena. Continua: «Il livello di ignoranza attraverso il quale il Regno Unito ha considerato la sua risposta alle prime settimane di pandemia è stato parzialmente auto-inflitto». Accanto alle critiche, però, trovano spazio anche aspetti positivi del governo Johnson. L’attenzione è sulla gestione della seconda parte di pandemia: la campagna di vaccinazione è stata definita come «una delle più efficienti e organizzate di sempre».
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Arriveranno le scuse?
Dopo aver reso noto il contenuto del report delle Commissioni della Salute e della Sicurezza ciò che ci si aspetta sono delle scuse da parte del Governo. Scuse che, con ogni probabilità, non arriveranno come dimostrato dal Ministro Barclay che, nel corso di una trasmissione radiofonica, si è rifiutato di pronunciare la parola «Sorry« nonostante il conduttore glielo abbia chiesto per ben 8 volte.