Sono seicento le persone identificate dopo i disordini alla manifestazione No Green Pass e l’assalto alla sede della Cgil: nomi che potrebbero ingrossare le fila dei 12 arrestati, tra i quali sono stati identificati vertici di Forza Nuova. Intanto si fa chiarezza sulla matrice dell’organizzazione, promossa da Pamela Testa per l’associazione Liberi Cittadini. La 49enne – stando a la Repubblica – non ha mai nascosto il suo orientamento politico di stampo fascista.
Guardiamo la questione da lontano: dopo la manifestazione di Roma, l’assalto della sede della Cgil a corso d’Italia e l’occupazione del pronto soccorso del Policlinico Umberto I, al momento sono seicento i manifestanti identificati. Qualcuno di loro potrebbe essere accusato nelle prossime ore, insieme ai nuovi identificati che hanno assalito la sede del sindacato e il pronto soccorso. Al momento, sono 12 gli arrestati, che comprendono anche i vertici di Forza Nuova come il fondatore Roberto Fiore e il leader romano e sorvegliato speciale Giuliano Castellino. Proprio per oggi, infatti, dovrebbero aver luogo le udienze di convalida degli arresti (sei in flagranza e sei in differita). Tra questi, anche l’ex terrorista Nar Luigi Aronica, 65 anni, di Pamela Testa (39), promotrice della manifestazione di sabato per l’associazione Liberi cittadini, Biagio Passaro (41), fra i leader del movimento IoApro, Fabio Corradetti, 20 anni, figlio della compagna di Castellino, Valerio Pellegrino (21), Maurizio Bartolucci (58), Iorio Pilosio (54), Gennaro Imperatore (70), Calogero Russello (52) e Andrea Lubrano (30). Sono questi – al momento – i nomi attenzionati tra le 10mila persone che hanno partecipato alla manifestazione No Green Pass a Roma contro l’obbligo di Certificato verde, soprattutto nei luoghi di lavoro (in vigore il 15 ottobre).
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Assalto Cgil, per Forza Nuova non finisce qui
Per questo non sono da escludere ulteriori manifestazioni, per questo la tensione potrebbe non finire qui. Forza Nuova, dopo l’assalto alla Cgil, intanto fa sapere di voler proseguire la mobilitazione, e lo fa sapere sul suo canale Instagram, con un messaggio firmato da Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo, Stefano Saija: “Altro che Forza Nuova, il popolo ha alzato il livello dello scontro e non si fermerà. Il regime è in difficoltà, la giornata romana di ieri fa da spartiacque tra vecchio e nuovo, ma media mainstream, questure e partiti del sistema non sono in grado di leggere i fatti, (perché non gli conviene e hanno paura), e danno la croce addosso ad un movimento politico che non rappresenta che una piccolissima componente delle centinaia di migliaia di italiani esasperati, perché minacciati nello stesso diritto elementare al lavoro e alla sopravvivenza, che hanno invaso prima piazza del popolo e poi le strade del centro della Capitale per puntare ai palazzi dell’odiato potere”. Poi ancora: “Nemmeno lo scioglimento di Fn potrebbe invertire la rotta di quanto sta avvenendo e avverrà nelle prossime settimane. (…) Ora la musica è cambiata e il direttore d’orchestra e compositore è solo il popolo in lotta. Da domani, dal 15 ottobre, e fino a che il green pass non verrà ritirato definitivamente la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi“.
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Chi c’era dietro gli attacchi alla Cgil: l’ombra di Forza Nuova
Insomma, è vero che non bisogna generalizzare, è vero che una colorazione politica particolarmente appariscente all’interno di una manifestazione non può e non deve rappresentare la collocazione politica della totalità dei manifestanti. E’ anche vero, però, che una matrice neofascista dietro l’assalto alla Cgil è ormai presente e conclamata, e che era iscritta anche nei nomi degli organizzatori della manifestazione. Pamela Testa, arrestata in differita, è diventata famosa per un video con il video imbrattato di sangue e una maglietta con la scritta “Boia chi molla”. Ma Pamela Testa – stando al Corriere e alla Repubblica – sarebbe anche un’organizzatrice e promotrice della manifestazione in Piazza del Popolo per conto dell’associazione Liberi cittadini, oltre a essere una militante di Forza Nuova. Proprio la 39enne avrebbe chiesto l’autorizzazione per il sit-in alla Questura di Roma, stando alla Repubblica, e proprio lei avrebbe fatto girare nel gruppo Telegram per l’organizzazione del dissenso un vocale con la voce di un amico: “Questa manifestazione è soltanto un simbolo ma l’obiettivo è crescere, finché ci sarà la libertà da difendere (…) Cambieremo percorso da un momento all’altro. Noi siamo contrari a ogni forma di violenza, ma sappiamo perfettamente cosa sia la legittima difesa. E noi saremo gli angeli custodi di quelle mamme, di quegli uomini che combattono la loro battaglia per la libertà. Con tutti i mezzi“, si diceva nel vocale.
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Le prime risposte per Giorgia Meloni
Mentre gli agenti portano avanti le indagini su quanto avvenuto, allora, sorgono le prime riflessioni. La prima riguarda l’organizzazione stessa della manifestazione: come è stato possibile concedere una manifestazione così grande con un’infiltrazione neofascista così attrezzata? E questa è – effettivamente – una questione di ordine pubblico, ma non è la sola. Accanto a questo primo punto, si schiera una questione di carattere politico: ora che la matrice degli attacchi diventa sempre più evidente, Meloni e Salvini saranno pronti a prendere le distanze? Salvini ha già comunicato di non voler partecipare alla manifestazione antifascista in piazza organizzata dai sindacati prevista per il 16 ottobre. Fratelli d’Italia, invece, ha inviato alcuni vertici di partito da Landini in segno di solidarietà, proprio mentre Giorgia Meloni partecipava all’incontro nazionale di Vox (partito di estrema destra spagnolo), rispondendo ai giornalisti con queste parole: “È sicuramente violenza e squadrismo, poi la matrice non la conosco. Nel senso che non so quale fosse la matrice di questa manifestazione, sarà fascista, non sarà fascista, non è questo il punto. Il punto è che è violenza, è squadrismo e questa roba va combattuta sempre“. Successivamente la leader di Fratelli d’Italia avrebbe rilasciato un comunicato di solidarietà nei confronti del segretario della Cgil Maurizio Landini, ma anche nei confronti di “migliaia di manifestanti scesi in piazza per protestare legittimamente contro i provvedimenti del governo e di cui nessuno parlerà per colpa di delinquenti che usano ogni pretesto per mettere in atto violenze gravi e inaccettabili“. Insomma, per Giorgia Meloni le persone al centro degli attacchi continuano ad essere semplici delinquenti. I risultati delle prime indagini aggiungerebbero una chiosa non irrilevante: molti di loro sono anche fascisti. Aspettiamo di sentirlo pronunciare e condannare anche dai leader dei partiti di destra.