Buzzi apre pub, nel menu panini ispirati a Mafia Capitale. “Esorcizzo errori giudiziari”

Buzzi apre pub, nel menu panini ispirati a Mafia Capitale. “Esorcizzo errori giudiziari”

Salvatore Buzzi, uno dei protagonisti di "Mafia Capitale" - meteoweek.com

Una nuova vita da ristoratore per Salvatore Buzzi, il principale imputato del processo “Mafia Capitale” insieme a Massimo Carminati. Archiviata la lunga parentesi giudiziaria per le tangenti all’ombra del Campidoglio, l’imprenditore vuole ricominciare da zero. Nel menu del suo locale, tuttavia, spuntano riferimenti alla malavita e ai boss mafiosi romani. È inevitabilmente scoppiata la polemica.

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Salvatore Buzzi, uno dei protagonisti di “Mafia Capitale” – meteoweek.com

Salvatore Buzzi, principale imputato del processo “Mafia Capitale” insieme a Massimo Carminati, ha aperto un pub nella periferia est di Roma. Nel menu panini e altri cibi dai nomi ispirati ai boss e alla malavita. Una scelta che ha destato non poche polemiche. Il diretto interessato, nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa, ne ha voluto dunque spiegare il motivo. “Non banalizzo il male. Semmai esorcizzo i gravissimi errori giudiziari. Perché siamo stati vittime di questi nomi. La nostra inchiesta si è alimentata della fiction. Era la fantasia che rincorreva la realtà: Carminati sembrava il capo di tutta Roma”, ha ricordato.  La vicenda giudiziaria che ha messo in luce l’esistenza di una organizzazione criminale che operava all’ombra del Campidoglio con l’obiettivo di manovrare appalti e commesse, infatti, si è concluso con l’esclusione in Cassazione del carattere mafioso, che invece era stato inizialmente confermato nel 2015, rilevando invece la presenza di due distinte associazioni “semplici”.

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Adesso la nuova vita di Salvatore Buzzi è iniziata, seppure tra mille difficoltà. Al momento dell’inaugurazione del pub ha ammesso di non avere più un soldo a seguito dei sequestri e di avere riscontrato difficoltà a ottenere lavori nel pubblico. L’imprenditore vorrebbe mettere una pietra sopra a quanto accaduto: “Ho pagato. Sono stato condannato per 65mila euro di tangenti quando fatturavo 180 milioni. Quelle tre tangenti sono una cosa banale”. Un reato sì ”ma sono cifre ridicole. Il resto era tutto un darsi da fare per farmi pagare dalla pubblica amministrazione. In cambio, assumevo il figlio o sponsorizzavo qualcosa. Non è corruzione, semmai concussione”. Il mondo di mezzo è finito? ”Sì, ora faccio solo il ristoratore. Spero in una nuova vita”. I riferimenti a “Mafia Capitale”, tuttavia, lo accompagnano anche in questa nuova esperienza. “C’è anche il panino dedicato a Massimo Carminati ovviamente: il Samurai. Non penso se la prenda. Anzi, se viene mi fa piacere. Dovrebbe venire anche il mio amico Bobo Craxi a suonare”.