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Cronaca

Samantha D’Incà in stato vegetativo dopo un intervento, Comitato etico: “Staccare la spina”

Samantha D’Incà è in stato vegetativo irreversibile dal 2020, il Comitato etico: “Si può staccare la spina”. Spetta al giudice tutelare decidere se continuare o meno con l’accanimento terapeutico. La mamma: “Voglio dare a mia figlia la pace che merita”.

Samantha D’Incà – meteoweek.com

Sulla situazione di Samantha D’Incà, la 30enne di Feltre in stato vegetativo dal novembre 2020 (dopo un intervento resosi necessario per una caduta), si è espresso oggi il Comitato etico dell’Usl di Belluno. Chiamato a esprimersi sulla ragazza dai suoi stessi genitori, la conclusione alle quali è giunto è quella già abbracciata dalla famiglia: “va lasciata andare“. “Si può staccare la spina. Nelle condizioni in cui versa, il nostro parere è quello di non proseguire con l’accanimento terapeutico”, spiegano dal Comitato. E ora la decisione finale spetta al giudice tutelare Umberto Giacomelli.

“Nostra figlia è come Eluana Englaro”

Samantha è attualmente ricoverata nel centro servizi di Cavarzano,  frazione di Belluno, nel reparto dedicato ai pazienti in stato vegetativo irreversibile. Per le perizie mediche, la ragazza ha le stesse facoltà facoltà di un bimbo di un mese: un quadro gravissimo, che purtroppo non permette alcun margine di miglioramento. Uno stato, questo, in cui la 30enne è finita a causa di una  caduta nel novembre del 2020, che le ha provocato la frattura del femore e un relativo intervento.

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Sulla sua condizione, ormai irrecuperabile, si è dunque espresso davanti al giudice tutelare il nuovo Comitato etico dell’Ulss Dolomiti di Belluno. Sarà nella prossima udienza che il giudice confermerà se autorizzare o meno l’interruzione dei trattamenti terapeutici tengono in vita la ragazza, e se verrà o  meno individuato un nuovo amministratore di sostegno. Il legale della famiglia, l’avvocato Davide Fent, avanza il nome di  Giorgio D’Incà, il padre della ragazza. Potrebbe essere lui, dunque, ad accompagnare la figlia verso una morte dignitosa (non con l’eutanasia), evitando ogni accanimento che possa prolungare inutilmente la sua agonia.

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La famiglia attende con ansia la prossima udienza. “Non vedo l’ora che questa storia si chiuda e che mia figlia possa trovare la pace che voleva e che merita“, commenta la madre della 30enne a Il Gazzettino. “Nostra figlia è come Eluana Englaro”, aveva già raccontato più volte ai giornalisti. Ma ora la famiglia vuole chiudere questa storia: “Credo che questo sia il momento più delicato di tutta la vicenda”.

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