Vista l’onnipotenza di Dio e l’amore di Maria, possiamo stare sicuri. Una cosa è richiesta, con la preghiera: ricorda a Dio che credi in lui.
Rallegrati, Maria, piena di grazia, il Signore è con te:
benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo. (Lc 1,28.42)
Erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme a Maria, la madre di Gesù.
Dagli atti degli apostoli.
At 1,12-14
[Dopo che Gesù fu assunto in cielo,] gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano: Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo, Simone lo Zelòta e Giuda figlio di Giacomo.
Tutti questi erano concordi e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù e ai fratelli di lui.
Parola di Dio.
R. Il Signore si è ricordato della sua misericordia.
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. R.
Perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome. R.
Di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore. R.
Ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote. R.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre. R.
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Geù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.
L’angelo del Signore si presenta ad un’umile vergine, non ad una donna ricca e potente, non ad una regnante. La regalità di Gesù si manifesta proprio nella povertà e nell’umiltà. Immaginiamo che impatto possa aver avuto su Maria quell’apparizione. Ella capisce che ciò che sta accadendo è tutto vero, ma rimane turbata, e nella sua umiltà avrà pensato: “perché proprio a me, che non sono nulla?”. Queste parole possiamo ipotizzarle, ma quelle che sono certe non riguardano un “perché?”, ma riguardano un “come?”: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”.
Maria non si chiede tanti perché, si chiede piuttosto in che modo tutto ciò sarebbe potuto avvenire, cosa Dio le chiedeva e come poter comprendere tutto quello che stava avvenendo. “Nulla è impossibile a Dio“, le risponde l’Angelo.
Davanti a queste parole, che fanno presente lì, in quel momento, la potenza di Dio e l’incarnazione prossima del Verbo, Maria, la serva umile di Dio e grandiosa nella sua umiltà, risponde il suo “eccomi”, il suo “fiat”.
Oggi si festeggia la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. Diceva Suor Lucia, una dei tre pastorelli di Fatima, dove la Madonna apparve nel 1917, che non c’è nessun problema che non possa essere risolto col Rosario. Davanti all’Onnipotenza di Dio e alla disponibilità infinita di Maria ad aderire alla sua volontà, sempre pronta ad andare in soccorso dell’umanità, portandogli il Salvatore, sappiamo che possiamo stare sicuri e tranquilli.
Solo una cosa ci viene richiesta: di ricordare a Dio che noi crediamo in lui. La preghiera del Rosario è una preghiera “evangelica” perché medita sulla vita di Gesù e apre l’orecchio di Dio tramite Maria. Non dimentichiamoci che meditare questa preghiera è un esercizio che fa bene al cuore, all’anima e anche alla mente, perché ci ricorda di non essere soli, ci ricorda di fare parte di quel progetto di salvezza che Dio ebbe allora per Maria, e che anche noi, dicendo “Ave Maria”, siamo chiamati a ripetere il suo sì alla volontà di Dio.
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