Ad Haiti la maggior parte delle scuole sono andate distrutte a causa del terremoto. A un mese dal drammatico evento, secondo l’allarme lanciato da Unicef, il 70% sono ancora inagibili. Un danno inestimabile per i bambini, che non hanno più accesso all’istruzione. Oltre 230 mila sono a rischio abbandono scolastico. Ciò potrebbe compromettere irreparabilmente il loro futuro, spingendoli verso la violenza e l’illegalità. L’organizzazione umanitaria ritiene che sia indispensabile intervenire immediatamente.
Haiti sta ancora facendo i conti con i danni del terribile terremoto avvenuto il mese scorso. A farne le spese, in particolare, sono adesso i più piccoli, i quali nella maggior parte dei casi non riescono ad avere accesso al diritto di istruzione. Gran parte delle scuole, infatti, sono divenute macerie. L’Unicef stima che il 70% di quelle nella parte sudoccidentale del paese siano ancora danneggiate o distrutte. Le lezioni sarebbero dovute iniziare qualche settimana fa, ma nessuna soluzione è stata finora adottata. Un fenomeno che potrebbe causare danni irreparabili: il futuro della nuova generazione è a rischio. Con il rischio di abbandono scolastico, infatti, i bambini rischiano di entrare nei giri dell’illegalità, diventando vittime di violenze e sfruttamento, oltre che migrazioni forzate.
Le famiglie stanno facendo di tutto – anche spendendo ingenti somme di denaro – per permettere ai loro figli di accedere all’istruzione, ma non è semplice trovare le risorse necessarie in virtù del numero ridotto di aule attualmente disponibili per l’insegnamento. L’Unicef sta in tal senso aiutando il Governo a trovare le soluzioni più adatte. Una di queste potrebbe essere quella di trasferire gli alunni degli istituti inagibili in quelli ancora sani, istituendo dei doppi turni di lezione. L’obiettivo, ad ogni modo, è ricostruire da capo le scuole oppure riparare i danni di quelle ancora in piedi. Un progetto che, purtroppo, necessita di tempo e fondi. Intanto, per cui, si andrà avanti con 900 spazi temporanei.
È per le suddette ragioni che Unicef, attraverso una nota, ha lanciato un appello affinché le scuole di Haiti possano tornare a regalare una speranza ai più piccoli. “Sono scioccato di vedere così tante scuole distrutte o danneggiate dal terremoto. La portata dei danni agli edifici scolastici è peggiore di quanto pensassimo all’inizio. Riparare o ricostruire queste scuole richiederà tempo e risorse. Con o senza scuole, l’apprendimento e l’insegnamento devono continuare. Più a lungo i bambini aspettano, più difficile sarà riportarli a scuola. Nonostante le attuali tensioni ad Haiti, tornare in classe nelle zone colpite dal terremoto significa molto più che riprendere a studiare”. Lo ha dichiarato Bruno Maes, rappresentante locale dell’associazione umanitaria.
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Unicef ha dunque fornito in questi giorni a circa 100.000 bambini dei kit scolastici. In collaborazione con il governo haitiano, inoltre, aiuterà a dare supporto per la salute mentale e psicosociale a studenti e insegnanti, nonché incentivi a questi ultimi. “La scuola è il luogo in cui i bambini si ricongiungono con i loro amici, superano il trauma e tornano alla normalità attraverso il gioco. Questo primo giorno di scuola nel sud-ovest di Haiti è l’inizio di un nuovo capitolo nella vita dei bambini colpiti dal terremoto, un segno di speranza e di gioia per loro e per i loro genitori”, ha aggiunto. È per questo motivo che l’associazione chiede aiuti dal punto di vista economico: servono urgentemente 25,5 milioni di dollari.
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