La Cina ha inviato 156 aerei a sorvolare i cieli nell’area di identificazione che circonda Taiwan e il governo dell’isola ora teme il Dragone. Ecco perché
Dal 1° al 4 ottobre la Cina ha inviato 156 aerei della sua flotta a sorvolare l’area di identificazione che circonda Taiwan, il che ha suscitato l’allerta del governo dell’isola. Il ministro della difesa di Taiwan ha infatti affermato:«Nei miei quarant’anni di esperienza militare non mi ero mai trovato in una situazione così pericolosa dal punto di vista militare. Se i cinesi volessero attaccarci ora, sarebbero già in grado di farlo, ma stanno ancora calcolando quanto costerebbe in termini di perdite e risultati sul campo. Però, continuando ad accrescere il loro potenziale, nel 2025 avranno ridotto il costo e le loro perdite al livello più basso possibile».
Come riporta Il Corriere della Sera, ora l’isola non può fare altro che munirsi di sistemi difensivi e augurarsi che la protezione degli Usa scoraggi le mire espansionistiche di Pechino. Il ministro ha infatti chiesto al Parlamento di votare per rafforzare il budget militare con 8,6 miliardi di dollari che verrebbero spesi in missili anti-nave e nuove navi.
La presidente del Taiwan, Tsai Ing-wen ha scritto su “Foreign Affairs” rivolgendosi alle democrazie:«Se Taiwan cadesse, ci sarebbero conseguenze catastrofiche per la pace nella nostra regione e per tutto il sistema di alleanze democratiche».
Pechino ha subito risposto tramite media e sul Global Times, afferma che «Tsai sembra davvero spaventata, si è resa conto che i suoi tentativi secessionisti sono a un punto morto» e che tradisce «una grande sfiducia nella possibilità che gli Stati Uniti e i loro alleati corrano in difesa». A questo proposito, Biden afferma di aver affrontato il tema Taiwan con Xi Jiping e che i due Paesi «si atterranno all’Accordo su Taiwan». La White House ha chiarito che il presidente si riferisce al fatto che gli Usa riconoscono l’esistenza di «una sola Cina» ( governata da Pechino), ma che l’accordo permette agli Stati Uniti di avere «una robusta anche se non ufficiale relazione con Taiwan». Una strategia molto ambigua, che finora ha dato buoni risultati.
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Tuttavia le cose stanno cambiando. Sui social di Pechino, in questi giorni si è diffusa una battuta alquanto inquietante:«La grande parata militare della Festa della Repubblica, il primo ottobre, invece che a Tienanmen si è svolta sui cieli di Taiwan».
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Si tratta tuttavia di una minaccia per l’isola che la Cina vuole assoluramente riprendersi e per i Paesi che la supportano, quali Usa, Giappone e Australia.
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