Il bilancio dell’ultimo attacco a Kabul, in Afghanistan, nei pressi della moschea Id Gah, è di 12 morti e 32 feriti. L’occasione per effettuare l’attentato contro i talebani è stata offerta dal funerale della madre del portavoce dei talebani, celebrato in moschea. Stando alle fonti citate da al Jazeera sono tre le persone arrestate. Il blitz dei talebani in un covo Isis avrebbe portato a “l’uccisione di combattenti” dell’organizzazione terroristica.
L’ultimo attacco in Afghanistan si è consumato a Kabul, nei pressi della moschea Eid Gah di Kabul, la seconda della capitale afghana. Il bilancio delle vittime della bomba, stando alle ultime notizie, è di almeno 12 morti e 31 feriti, tra talebani e semplici civili. L’ordigno sarebbe esploso in occasione del funerale della madre di Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, riferisce al Jazeera, e sarebbe scoppiato all’ingresso nel momento in cui i fedeli si accingevano ad uscire dalla moschea dopo aver espresso le proprie condoglianze a Mujahid e ai suoi parenti. Manca ancora una rivendicazione ufficiale dell’attentato, ma non si fa difficoltà a credere che sia anche questa opera dell’Isis-K: il gruppo terroristico ha incrementato sempre più gli attacchi dalla salita dei talebani al potere, con lo scopo di lanciare messaggi o semplicemente indebolire il nuovo governo talebano. Intanto, il portavoce dei talebani Bilal Karimi ha riferito: tre persone sospette sono state arrestate. Inoltre, stando a Tolo News, in serata i Talebani avrebbero “compiuto un blitz contro un covo dell’Isis a Kabul“, nel 17esimo distretto, un’operazione che si sarebbe conclusa con “l’uccisione di combattenti” dell’organizzazione terroristica. “La base dell’Isis è stata completamente distrutta e tutti i combattenti all’interno sono stati uccisi a seguito di questo attacco decisivo e riuscito“, ha confermato Mujahid.
Tutto questo avviene in un momento in cui l’aeroporto di Kabul, stando a quanto riportato da Tolo News, sarebbe pronto a riprendere i voli interni all’Afghanistan e internazionali, almeno con i Paesi limitrofi. A fornire qualche informazione in più è direttamente il portavoce dell’autorità dell’aviazione Mohammad Naeem Salehi, che ha riferito: “Dal punto di vista tecnico non ci sono ostacoli ai voli internazionali. Aspettiamo di sapere dai Paesi vicini se intendono riprendere i voli su Kabul oppure no. Per il momento, vanno avanti normalmente i voli domestici“.
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Il governo talebano vorrebbe dunque estendere la portata dei suoi voli – che al momento comprende solo tratte dal Qatar, dagli Emirati arabi e dal Pakistan – ma per farlo ha bisogno di stabilità. Un’esigenza che, con ogni evidenza, cozza con i numerosi attacchi di cui è ancora preda il territorio afghano. Intanto, mentre il governo talebano resta in attesa di prendere una decisione unitaria e definitiva, si moltiplicano le “spedizioni punitive” e le dimostrazioni di forza: tre cadaveri di sospetti membri Isis-K sono di recente stati esposti nella provincia del Nangarhar, riferiscono fonti locali. Anche qui, mancano prove ufficiali di chi ci sia dietro l’atto, ma il sospetto che si tratti di talebani è concreto e riportato da diverse fonti locali. Due dei cadaveri sono stati impiccati a Jalalabad, il capoluogo della provincia, e un terzo nel distretto di Chaparhar.
La pratica non sembra isolata, se si pensa che la settimana scorsa era avvenuto lo stesso ai danni di quattro uomini, appesi a Herat, nell’Afghanistan occidentale. Su uno dei corpi, un avvertimento firmato dai talebani: ”Chiunque oserà rapire qualcuno verrà punito in questo modo”. D’altronde, a confermare lo stato ancora precario dei giochi di forza in Afghanistan, è proprio il moltiplicarsi di attacchi improvvisi attuati dall’una e dall’altra fazione. Prima della bomba nella moschea di Kabul, uno degli ultimi attentati aveva avuto luogo a Jalalabad, causando diversi feriti: la zona è al confine con il Pakistan, ed è la casa dell’Isis-K. Anche in questo caso, manca una rivendicazione ufficiale dell’attentato, ma non è difficile fare due più due. Quattro le vittime accertate. I funzionari talebani hanno riferito che due uomini delle forze armate dell’Emirato islamico sono rimasti uccisi nell’attacco.
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Insomma, i numeri ci dicono che la guerriglia interna è ancora in atto. Stando a quanto riportato da un inviato del Corriere, sono almeno una decina i combattenti talebani che hanno perso la vita nelle ultime settimane. E lo scontro è destinato a continuare. In ballo, infatti, ci sarebbe lo stesso orientamento del nuovo regime talebano: da un lato le componenti moderate, desiderose di rispettare gli accordi raggiunti con gli americani a Doha, contrarie a fare dell’Afghanistan la nuova base dell’estremismo jihadista; dall’altro le correnti più radicali dei talebani, che invece mantengono stretti legami con l’Isis. Ora gli attacchi dell’Isis-K avrebbero proprio l’intento di spingere il nuovo regime a posizioni ancora più radicali: per i militanti dell’Isis i talebani avrebbero abbandonato la vera fede musulmana anche a causa delle loro trattative con gli americani. Per questo quanto accade in Afghanistan ora, in questi giorni e nei prossimi mesi, potrebbe riguardarci da vicino a breve: si tratta di un braccio di ferro dal quale, sicuramente, il nuovo regime talebano uscirà mutato. Bisogna capire in che senso.
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