Gesù non ci lascerà soli e sarà lì con noi, fianco a fianco, con pazienza, ad affrontare insieme la vita e nel fare la volontà di Dio.
Liturgia di oggi Lunedì 4 Ottobre 2021
- SAN FRANCESCO D`ASSISI, PATRONO D’ITALIA – FESTA
Francesco, uomo di Dio, lasciò la sua casa e la sua eredità,
si fece piccolo e povero; il Signore lo prese al suo servizio.
Prima Lettura
Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 6,14-18
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale – Dal Sal 15 (16)
R. Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita. R.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R.
Il Vangelo di oggi Lunedì 4 Ottobre 2021
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.
Affrontare insieme la vita | Il commento al Vangelo di oggi Lunedì 4 Ottobre 2021
Gesù ringrazia il Padre, perché ha nascosto le cose del Regno a coloro che si ritengono “grandi”, ai dotti e ai sapienti, e le ha rivelate invece a coloro che sono piccoli. Chi sono i sapienti e chi sono i piccoli? I sapienti sono coloro che sanno o pensano di sapere, che sono sazi di ciò che hanno e che, in tutto questo, non hanno bisogno di Dio. I piccoli invece sono forse coloro che cercano, a cui non bastano le consolazioni che offre il mondo, che sono per qualche motivo afflitti, e soprattutto poveri di sé stessi, come ci insegna ad essere San Francesco d’Assisi, che oggi si celebra.
È Gesù dunque che sceglie a chi rivelarsi, perché guarda nel cuore. Come può un cuore superbo accogliere Dio? Non c’è posto per null’altro che per sé stesso, nello sventurato cuore di un superbo. E noi, a che punto siamo davvero in questo? In chi ci rivediamo meglio?
Essere piccoli, essere poveri di spirito significa forse proprio questo, avere un cuore che langue, che non è pieno di sé stesso o delle proprie cose, ma che è in continua ricerca.
Il commento al Vangelo di ieri:
Questa ricerca può sfiancare, perché non ci fa saziare di ciò abbiamo intorno, ma cerca continuamente “qualcosa”. Quel senso di affaticamento e di oppressione che ci dice Gesù può essere dato, da una parte, dal fatto che quello che viviamo in questa vita ci tocca molto, ci è a cuore, e quindi ci affligge; oppure, dal fatto che non troviamo in ciò che si vede la nostra consolazione e il nostro ristoro, perché solo Dio può darcene.
Allora come fare per trovare Gesù, in tutto questo? “Venite a me”, ci dice, e ci spiega come: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. Prendere il giogo di Gesù rappresenta vivere la dimensione della Croce, affrontando la vita con umiltà e pazienza. Essere umili è anche saper sopportare con mitezza la vita, imparando a non lamentarci troppo, a non sentirci continuamente “feriti”, ma andando avanti verso Gesù Crocifisso e risorto. Questa è la dimensione che Gesù ci indica per trovare la pace.
Facendo cosa, in particolare? Lavorando per il Signore con lui vicino, proprio come, in un giogo, i due buoi trainano gli strumenti dell’agricoltore, vicini. Gesù usa l’immagine umile e semplice del giogo per farci capire che lui stesso è, in primis, il servo obbediente del Padre, e ci chiede di unirci a Lui, impegnandoci nel fare la volontà di Dio. Gesù non ci lascerà soli e sarà lì con noi, fianco a fianco, con pazienza, ad affrontare insieme la vita.