Mimmo Lucano e i 13 anni di carcere: ecco come è stata calcolata la dura pena

Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, indagato per avere gestito in modo illecito l’emergenza migranti, è stato condannato a tredici anni e due mesi di carcere. L’allora primo cittadino, infatti, avrebbe attraverso una organizzazione criminosa «lucrato sui clandestini», piuttosto che aiutarli, per ottenere un guadagno politico. In realtà, tuttavia, l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione è caduta in prescrizione. La dura pena inflittagli, per cui, al contrario, è frutto di una somma aritmetica tra una serie di reati contro la pubblica amministrazione.

Mimmo lucano
Domenico Lucano, ex sindaco di Riace – meteoweek.com

La sentenza del Tribunale di Locri in primo grado sul caso relativo a Mimmo Lucano ha sorpreso in molti. L’ex sindaco di Riace, infatti, è stato condannato dai giudici a tredici anni e due mesi di carcere. Quasi il doppio rispetto a quanto aveva inizialmente chiesto il pubblico ministero, ovvero sette anni e undici mesi. È inevitabile, dunque, chiedersi come e perché si è arrivati ad un tale inasprimento della pena. La spiegazione sta nella natura dei reati contestatigli. Essi, a discapito di quanto creduto in un primo momento, non sono relativi al disegno criminoso dietro alla gestione illecita dei migranti della «cittadina dell’accoglienza», bensì ad atti contro la pubblica amministrazione.

La verità sulla condanna di Mimmo Lucano

Come spiegato dal Corriere della sera, l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nei confronti di Mimmo Lucano è stata, in base a quanto si legge (in attesa delle motivazioni della sentenza) nel dispositivo pronunciato in aula, accantonata sia dal pubblico ministero sia dai giudici. La sentenza, piuttosto, si basa su una serie di reati contro la pubblica amministrazione: peculato, truffa, falso e abuso d’ufficio. Essi sono corrispondenti a diversi fatti specifici. La discrepanza tra l’entità della pena richiesta dal pubblico ministero e quella successivamente emessa dai giudici in primo grado emerge da quest’ultimo fattore. I pm, infatti, avevano ritenuto che tali reati fossero legati da un «medesimo disegno criminoso», mentre il Tribunale di Locri crede che siano disgiunti tra loro. Da qui la somma aritmetica delle singole accuse.

Leggi anche -> Diciottenne geloso della fidanzata: incontra il padre e gli spara a una gamba

Mimmo lucano
Il Tribunale di Locri ha condannato ad una pena durissima l’ex sindaco di Riace – meteoweek.com

Leggi anche -> Esplode una palazzina, casa sventrata: un uomo estratto dalle macerie

Le condanne si dividono, nel dettaglio, in due parti. Una, quella più corposa, da 10 anni e 4 mesi. Essa riguarda la gestione dei fondi pubblici ottenuti dal Comune di Riace per le politiche migratorie. Mimmo Lucano, in questo caso, è accusato di peculato e truffa. A tali reati si aggiunge quello dell’associazione a delinquere, in virtù della collaborazione degli altri imputati. Nessuna attenuante gli è stata concessa. Un’altra, invece, è quella da 2 anni e 10 mesi. Essa riguarda l’abuso d’ufficio e il falso in atto pubblico. L’ex primo cittadino, infatti, avrebbe concesso ad una cittadina nigeriana una carta d’identità illecitamente. Il risultato della somma aritmetica sono i 13 anni e 2 mesi di pena.

Gestione cookie